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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Napoli

Emergenza Covid, la camorra ha investito nella produzione e nella vendita di mascherine

Violenza giovanile e le mire della camorra verso lo sfruttamento dell'emergenza Covid-19: sono queste le principali criticità trattate nel corso della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario

La violenza che sembra essere sempre più dilagante tra i giovani, i tempi della giustizia che rallentano, la questione morale e, più di ogni altra cosa, le mire della camorra verso lo sfruttamento dell'emergenza Covid-19; un interesse, quello del Sistema, che sembra trovare terreno fertile nel settore delle mascherine. Sono queste le principali criticità trattate nel corso della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario che a Napoli si tiene nel Salone dei Busti di Castel Capuano ma in forma ridotta a causa della pandemia. Per il Csm è intervenuto il consigliere togato Mario Suriano, in rappresentanza del ministro della Giustizia il capo di gabinetto Raffaele Piccirillo. “La situazione di emergenza determinata dalla pandemia ha aperto nuovi scenari anche per la criminalità organizzata”, afferma il presidente della Corte d'Appello di Napoli Giuseppe De Carolis di Prossedi, nel suo intervento per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2022.

Investimenti della camorra nella produzione, distribuzione e commercio di mascherine

“In prospettiva - aggiunge De Carolis - potranno ottenere maggiore spinta il riciclaggio e il reinvestimento di denaro nel mercato delle imprese turistiche, così come in quello della ristorazione e dell'abbigliamento; colpite da oggettive difficoltà collegate alla carenza di liquidità dovuta alle prolungate chiusure intervenute nel corso del 2020 e del 2021, che possono essere da un lato oggetto di richieste estorsive e dall'altro destinatarie di prestiti usurari da parte della criminalità organizzata. È stato rilevato, inoltre, un notevole interesse da parte del Sistema per la produzione, distribuzione e commercio dei dispositivi di protezione individuale. Si parla, principalmente, di mascherine chirurgiche e non, anche con vendite di grossi quantitativi a enti locali e ospedalieri. Infatti, è stato riscontrato che l'ambito della commercializzazione di mascherine protettive garantisce sia spunti per il riciclaggio che per nuove forme di guadagno. Continua, infine, la distribuzione dei Dpi contraffatti, o perché recanti marchi non autorizzati o perché non a norma con le indicazioni sanitarie relative ai parametri di filtraggio o perché privi di marchio C, che nella realtà napoletana ha visto rilevanti sequestri soprattutto a opera della Guardia di Finanza”, conclude. 

Occhi aperti sulla criminalità minorile

Ovviamente non poteva essere trascurato il problema della violenza minorile; un cancro sempre più dilagante sul territorio. Si registra sempre più frequentemente il fenomeno delle stese, spesso realizzate da ragazzi giovanissimi. Paranze che attentano contro la popolazione. Arrivano in gruppo con i motorini e cominciano a sparare all'impazzata contro finestre, vetri, balconi, fino a costringere le persone a stendersi e ripararsi per non farsi colpire. Azioni violente e gratuite finalizzate a dimostrare ai boss di essere disposti a tutto. Gli autori, infatti, sono ragazzi generalmente collegati ai clan "attraverso la famiglia coinvolta nell'ambiente criminale", ma anche "ragazzi aspiranti boss" tra le fila di chi non ha alcun legame di sangue con le famiglie più influenti. A questo fenomeno si affiancano i reati delle baby gang, commessi con spregiudicatezza e gratuita violenza a tutte le ore del giorno, di cui si rendono autori, con senso d'impunità e onnipotenza, soggetti minori, talvolta anche quattordicenni, ai danni di coetanei.

A questa situazione di degrado culturale pone una soluzione il procuratore generale Luigi Riello, che lancia un appello ai giovani invitandoli a reagire contro la criminalità organizzata: "Non siate indifferenti, non abbiate paura: voi, insieme a noi, potete fermare questa feccia di assassini, affaristi, vigliacchi".

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