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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, il Lazio accusa la Sardegna: "Ha lasciato partire i positivi con sintomi"

Un report riservato della Regione accusa Solinas: ha lasciato partire dall'isola persone a cui doveva essere impedito il viaggio perché quando hanno fatto il test avevano già tosse, febbre e bruciore agli occhi

Un report riservato della Regione Lazio accusa la Sardegna: il rapporto, racconta oggi Il Messaggero in un articolo a firma di Lorenzo De Cicco, è stato elaborato dal Seresmi, il Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive, e dall'ospedlae Spallanzani. E sostiene che dei 764 casi di Coronavirus Sars-CoV-2 con link epidemiologico alla regione Sardegna, 449 ovvero il 59% sono sintomatici. Di qui l'accusa: la Regione ha lasciato partire dall'isola persone a cui doveva essere impedito il viaggio. 

L'accusa del Lazio alla Sardegna: partiti positivi con sintomi del Coronavirus

Secondo quanto spiega l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato quando queste persone sono state sottoposte a tampone avevano già tosse, febbre o bruciore agli occhi, ovvero i primi sintomi della malattia. L'altro dato che spicca è che il 43% dei positivi è stato trovato tramite il contact tracing dei medici della Asl: questo significa che un contagiato su due era sfuggito ai controlli in entrata.  Per la Sardegna, a differenza di quanto disposto dal Ministero per Grecia, Spagna, Malta e Croazia, non c’è l’obbligo di effettuare il tampone al rientro. Il test è volontario. La Regione si è attrezzata subito dopo Ferragosto, quando sono stati intercettati i primi positivi di ritorno e la curva dei contagi dalla Costa Smeralda ha iniziato a salire, fino a diventare una della voci predominanti nel bollettino Covid regionale.

Il paese dove un abitante ogni 70 è positivo

Ma chi è tornato dalla Sardegna si è trovato a disposizione i 19 drive-in sanitari allestiti per chi rientrava dai paesi a rischio: questo sistema di screening ha permesso di trovare il 45% dei positivi; il resto è stato merito del lavoro dei medici e del tracciamento delle aziende sanitarie locali. Ma se l’età media dei contagiati è bassa (25 anni) e quasi tutti i positivi sono curati a casa, 26 persone, anche ragazzi sono ricoverati in ospedale.

Il quotidiano spiega che la gran parte dei contagiati è rientrata con il traghetto: il 70% viaggiava via nave. Il 28% è tornato in aereo, il 2% conmezzi privati. Il piano per sottoporre ai tamponi tutti i passeggeri all’imbarco, sia a Roma che in Sardegna, proposto con insistenza dalla Regione Lazio, non è mai stato messo in atto. Il protocollo con la giunta sarda è rimasto in bozza. «Lo dico senza polemica - conclude con il Messaggero D’Amato - ma sarebbe stato utile, era la via consigliata dai tecnici. Ora speriamo che queste analisi e le altre che realizzeremo nei prossimi giorni aiutino a capire ciò che è successo". 

EDIT ORE 14,47:  "Nessuna negligenza da parte della Regione Sardegna". Replica così il governatore Christian Solinas al dossier che la Giunta laziale di Zingaretti ha presentato al ministro Speranza per denunciare la mancata collaborazione dell'Isola dopo l'impennata di contagi da Covid nel periodo di Ferragosto. "Se guardiamo i numeri sappiamo che fino a luglio la Sardegna aveva 0,3 di sieroprevalenza, un dato certificato dallo stesso ministero della Salute. Ciò significa che nell'Isola il virus non c'era e che qualcuno l'ha portato. E questo perché il governo non ha consentito a questa Regione di avere il certificato di negatività". Quanto alle dichiarazioni dell'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato circa la mancata consegna della lista con i nomi delle persone che hanno frequentato locali e discoteche, soprattutto in Costa Smeralda e Gallura, Solinas prende tempo: "Sto acquisendo - chiarisce - elementi puntuali".

(L'articolo è stato aggiornato dopo la sua pubblicazione)

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