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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Migranti, l'Italia chiude i porti e le Ong non ci stanno: "La pandemia è un pretesto"

Documento firmato dai ministri Di Maio (Esteri), Lamorgese (Interni), De Micheli (Infrastrutture) e Speranza (Salute). Un nuovo e marcato passo indietro sull'accoglienza dei migranti salvati nel Mediterraneo. Nuovi sbarchi a Lampedusa, problemi per la quarantena

Il nostro Paese non è più un "luogo sicuro" per lo sbarco di profughi da navi civili e militari straniere a causa della pandemia di coronavirus. Lo ha deciso il governo, lo si legge in un documento firmato dai ministri Di Maio (Esteri), Lamorgese (Interni), De Micheli (Infrastrutture) e Speranza (Sanità). Le partenze dalla Libia non si sono mai interrotte, ma il decreto arriva proprio mentre la nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye, battente bandiera tedesca, ha 150 persone a bordo e si dirige verso le coste italiane dopo due salvataggi lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Il decreto premette che "in considerazione della situazione di emergenza connessa alla diffusione del Corona virus, dell’attuale situazione di criticità dei servizi sanitari regionali, e all’impegno straordinario svolto dai medici e da tutto il personale sanitario per l’assistenza ai pazienti Covid 19, non risulta possibile assicurare sul territorio italiano la disponibilità di tali luoghi sicuri senza compromettere la funzionalità delle strutture nazionali sanitarie logistiche e di sicurezza dedicate al contenimento della diffusione del contagio e di assistenza e cura ai pazienti Covid 19".

Inoltre alle persone eventualmente soccorse, "tra le quali non può escludersi la presenza di un contagio, deve essere assicurata l’assenza di minaccia per la propria vita, il soddisfacimento delle necessità primarie e l’accesso a servizi fondamentali sotto il profilo sanitario, logistico e trasportistico”. Per i soccorsi effettuati da “unità battenti bandiera straniera, che abbiano condotto le operazioni al di fuori dell’area Sar italiana, in assenza del coordinamento dell’Imrcc Roma” il decreto precisa che “le attività assistenziali e di soccorso da attuarsi nel porto sicuro” possono “essere assicurate dal Paese di cui le attività navali battono bandiera, laddove abbiano condotto le operazioni al di fuori dell’area Sar in assenza del coordinamento dell’Imrcc Roma”.  Vuole dire in soldoni che se l’Italia non ha un ruolo attivo nel coordinare il soccorso i migranti sono destinati a sbarcare nel paese del quale la nave batte bandiera. Nel decreto si legge  che "per l’intero periodo di durata dell’emergenza sanitaria nazionale i porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di luogo sicuro". Un nuovo e marcato passo indietro dell’Italia sull’accoglienza dei migranti salvati nel Mediterraneo.

A Lampedusa nuovi sbarchi. I migranti, più di un centinaio, sono stati trasferiti nell'hotspot dell'isola dove saranno sottoposti a quarantena così come gli ultimi migranti giunti a Lampedusa il 14 marzo scorso. La situazione rischia di essere ingestibile, il centro di accoglienza non può garantire adeguate condizioni di isolamento. Il sindaco Totò Martello lancia un allarme a Lamorgese: "Serve una 'nave dell'accoglienza' ormeggiata di fronte al porto di Lampedusa: in questo momento credo sia l'unica soluzione possibile per evitare che altri migranti stazionino sull'isola dove non c'è più spazio per la loro permanenza. "Di certo non c'è nessun passo indietro sul tema dell'accoglienza e del rispetto dei diritti umani - dice Martello - ma visti gli enormi sacrifici che la cittadinanza sta compiendo per contrastare l'emergenza coronavirus, non possiamo usare due pesi e due misure: ci sono regole sanitarie che bisogna rispettare per proteggere la salute individuale e collettiva, sono regole che devono valere per tutti, anche per i migranti".

Il mondo delle organizzazioni umanitarie commenta le ultime mosse del governo con parole che vanno dallo sconcerto allo sconforto: "A pochi giorni dalle scene degli esponenti di governo che si spellavano le mani plaudendo alle parole pronunciate da Papa Francesco "Nessuno si salva da solo", ecco qual è la traduzione pratica: un decreto per chiudere i porti alle navi che soccorrono in mare persone che scappano dall'inferno libico" si legge in una nota di Mediterranea Saving Humans. "Si utilizza la pandemia come pretesto per riproporre il terribile messaggio che se muoiono affogati donne uomini e bambini in mezzo al nostro mare, è infine 'un male minore e necessario'. Un decreto senza alcun fondamento, né giuridico, né sanitario, visto che i protocolli per agire in totale sicurezza, ci sarebbero tutti". 

"Un decreto in ogni caso inaccettabile: forse non è ancora chiaro che ogni vita umana va salvata - continua Mediterranea - perché non ci sono vite che valgono di più e vite che valgono niente, cancellate da poche righe scritte solo per un'operazione di macabro marketing, a cui ci aveva abituati il precedente governo. Le navi che soccorrono i naufraghi in mare hanno una sola bandiera: quella dell'umanità. È all'umanità che oggi, voi governanti, avete chiuso i porti, non alle navi. Perché non vi fate carico voi, che sedete al Governo, di inviare  navi militari per soccorrere gli esseri umani che chiedono aiuto? Perché fate la guerra a chi aiuta? Nemmeno questo terribile contagio vi ha insegnato che con le vite degli altri non si può giocare.  Incredibile che non si provi vergogna a scrivere un'aberrazione etica e giuridica del genere".

L'emergenza non riguarda solo la rotta libica. La Germania intanto accoglierà fra 350 e 500 bambini migranti attualmente ospitati in campi insalubri sulle isole greche: lo ha annunciato oggi il capo della diplomazia tedesca. "Abbiamo detto che vogliamo accogliere tra 350 e 500 bambini nelle prossime settimane", ha annunciato il ministro Heiko Maas su N-tv. "Come primo passo" Berlino ne accoglierà 50, ha sottolineato ancora il capo della diplomazia tedesca. A inizio marzo, la Commissione europea aveva lanciato un'iniziativa in favore di 1.600 bambini, la maggior parte minori non accompagnati di età inferiore ai 14 anni o affetti da malattia grave, da evacuare dai campi nelle isole greche. Otto paesi hanno dichiarato di essere pronti a partecipare a questa iniziativa: Lussemburgo, Francia, Germania, Portogallo, Finlandia, Lituania, Croazia e Irlanda.

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