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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus, controlli nelle strutture per anziani: irregolarità in 104 su 601 verificate

A partire da febbraio, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, 61 persone sono state denunciate e altre 157 sanzionate per un totale di oltre 72mila euro: indagini da Nord a Sud

Strutture prive di requisiti e autorizzazioni, scarsa vigilanza, mancato rispetto delle misure di contenimento epidemico. Queste alcune delle irregolarità riscontrate dai carabinieri dei Nas nel corso dei controlli effettuati nelle strutture per anziani e per persone con disabilità dopo la dichiarazione dello stato di emergenza legato alla diffusione del coronavis e con il susseguirsi delle varie misure di contenimento.

Già durante lo scorso anno erano state controllate 2.716 attività dedicate all’accoglimento e all’assistenza, delle quali 27% era poi stato oggetto di contestazioni per accertate irregolarità. Nell’anno in corso sono state ispezionate 918 strutture, riconducibili a residenze assistenziali assistite (ossia le Rsa), centri ad orientamento sanitario-riabilitativo e di lungodegenza, nonché a varie tipologie di attività assistenziali come case di riposo, comunità alloggio e case famiglia. Nei primi quattro mesi del 2020, le verifiche dei Nas hanno evidenziato irregolarità in 183 obiettivi, ossia il 20% di quelli controllati. Le 212 irregolarità amministrative contestate riguardano inadeguatezze strutturali, gestionali ed autorizzative, quali la mancanza di figure professionali adeguate alle necessità degli ospiti, la presenza di un numero superiore di anziani rispetto al limite previsto e l'uso di spazi e stanze inferiori a quelli minimi previsti, situazioni rilevate soprattutto nel mese di gennaio, contestualmente alla seconda parte del periodo delle festività natalizie, durante il quale aumenta la richiesta di collocazione degli anziani.

Inoltre sono state appurate situazioni penalmente rilevanti che hanno determinato la denuncia all'Autorità giudiziaria di 172 persone, in particolare gestori e operatori ritenuti responsabili di abbandono di anziani e mancata assistenza e custodia, esercizio abusivo della professione sanitaria e uso di false attestazioni di possesso di autorizzazione all'esercizio e di titoli professionali validi, quali infermiere ed operatori socio-sanitari. Da gennaio ad oggi, sono state 25 le strutture destinatarie di provvedimenti di chiusura o sospensione dell'attività assistenziali poiché risultate gravemente deficitarie in materia sanitaria ed edilizia, quando non completamente abusive.

Coronavirus, controlli dei Nas nelle strutture per anziani

Con la progressiva diffusione epidemica da Coronavirus, l’attività di vigilanza dei Nas è proseguita rimodulando il dispositivo di controllo in modo da rilevare possibili criticità relative alla gestione delle procedure e degli spazi riservati a possibili casi di positività Covid-19, nonché alla formazione degli operatori e loro dotazione di materiali protettivi. 

A partire da febbraio, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e con il susseguirsi delle varie misure di contenimento, i Nas hanno operato 601 accessi presso le strutture ricettive, individuandone 104 non conformi alla normativa (ossia il 17%), deferendo all'autorità giudiziaria 61 persone e sanzionandone ulteriori 157 ed elevando contravvenzioni per un ammontare complessivo di oltre 72 mila euro.

Ad aprile ad Udine è stata eseguita, in collaborazione col Dipartimento di Prevenzione della locale ASL, un'ordinanza di sospensione dell'autorizzazione di una struttura per anziani e l'immediata evacuazione dei 21 ospiti alloggiati, tutti positivi al Covid-19, poiché a seguito delle verifiche effettuate erano emerse gravi carenze organizzative nella gestione della struttura. Gli anziani sono stati tutti ricoverati in strutture sanitarie idonee per la cura dell'epidemia. Nel corso di controlli collegati tra loro in alcune strutture in provincia di Roma nel mese di aprile sono state accertate irregolarità gestionali e l'assenza della prevista autorizzazione in due strutture ricettive per anziani. L’Autorità sanitaria ne ha disposto la chiusura immediata (erano amministrate dal medesimo legale rappresentante) mentre gli anziani ospiti sono stati ricollocati presso altri plessi autorizzati. Il valore delle attività chiuse è stimata in 2 milioni di euro. Sempre ad aprile, stavolta a Torino, è stata denunciata in stato di libertà una operatrice socio-sanitaria dipendente di una casa di riposo ritenuta responsabile di maltrattamenti verso una anziana ospite per avere applicato un presidio di contenzione (costituito da fascia pelvica), in ora diurna quando invece era autorizzato limitatamente al periodo notturno.

Sono state inoltre rilevate specifiche violazioni attinenti il rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro, sia come mancanza di dispositivi di protezione individuale che di formazione del personale al fine di prevenire la propria incolumità e, di conseguenza, quella degli ospiti. A causa delle gravi carenze strutturali ed organizzative sono stati eseguiti provvedimenti di sospensione e di chiusura nei confronti di 15 attività ricettive, giudicate incompatibili con la permanenza degli alloggiati, determinando quindi il loro trasferimento in altri centri, nel rispetto delle procedure nazionali e regionali previste per la prevenzione di possibili contagi. 

Ispezioni e sanzioni dei Nas nelle strutture per anziani: gli interventi più significativi da Nord a Sud

A Taranto, a gennaio, l’Autorità amministrativa ha sanzionato il rappresentante legale di una casa di riposo ritenuto responsabile di aver alloggiato anziani affetti da patologie psico-fisiche in una struttura priva dei necessari requisiti organizzativi, strutturali ed assistenziali per assistere ospiti non auto-sufficienti. La struttura è stata chiusa e gli anziani sono stati affidati ai rispettivi familiari o trasferiti in strutture sanitarie adeguate. Il valore di quanto vincolato ammonta ad oltre un milione di euro.  Un mese dopo a Campobasso è stata deferita alla Procura della Repubblica la legale responsabile di una comunità alloggio per anziani per aver attivato abusivamente un servizio di assistenza sanitaria residenziale per persone non autosufficienti e affette da patologia psichiatrica. La Regione Molise ha disposto la sospensione dell'attività e il trasferimento degli ospiti presso altre strutture. Il valore della struttura sospesa ammonta a 300mila euro. Sempre a febbraio, a Reggio Calabria, è stata disposta la chiusura di una casa di riposo per anziani poiché risultata priva di autorizzazione. I 14 ospiti presenti sono stati ricollocati presso i rispettivi nuclei familiari. Il valore dell'infrastruttura ammonta ad euro 800 mila. Ancora, a Perugia, al termine di verifiche volte ad assicurare la corretta erogazione di prestazioni sanitarie ed assistenziali, sono stati denunciati alle competenti Procure della Repubblica 5 titolari di altrettante strutture per anziani ubicate nella Regione Umbria. I controlli hanno consentito di individuare 65 ospiti “non autosufficienti” su 89, giudicati tali da personale USL Umbria su specifica richiesta dei Carabinieri. L'escamotage permetteva di aggirare le previste autorizzazioni regionali e ridurre il personale qualificato per l'assistenza. Nel prosieguo delle indagini, sono stati deferiti anche 43 medici di medicina generale per aver redatto false attestazioni di autosufficienza in favore dei propri assistiti, gran parte giudicati già invalidi dalla Commissione per invalidità civile dell'Inps con necessità di assistenza continuativa (c.d. accompagnamento legge 104/1992).

Il mese scorso, di nuovo a Torino, sono stati denunciati alla competente Procura della Repubblica 7 infermieri professionali dipendenti di una residenza sanitaria assistenziale, ritenuti responsabili di aver somministrato reiteratamente ad un ospite, affetto da co-morbilità, numerose quantità di farmaci antispastici, antidiarroici ed antibiotici, non prescritti dal medico di famiglia. Denunciato anche il direttore sanitario che ometteva la prescritta vigilanza nonostante fosse investito della specifica responsabilità. In provincia di Napoli sono stata contestate gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali in una struttura residenziale per disabili, dove sono state riscontrate la mancanza di autorizzazione al funzionamento, carenze igieniche in materia di sicurezza alimentare e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il proprietario della struttura è stato denunciato in stato di libertà all'Autorità Giudiziaria e contestualmente è stata disposta dalla Asl locale la chiusura immediata dell'attività. Ancora a Taranto, a marzo, sono stati denunciati il legale rappresentante, un infermiere professionale, tre operatori socio-sanitari e un fisioterapista per omessa vigilanza sulla corretta assistenza agli anziani ospiti e non aver attuato misure idonee atte a scongiurare eventi lesivi nei loro confronti, tali da provocare il decesso di una paziente ricoverata presso la struttura. 

A Reggio Calabria, al termine di un intervento ispettivo presso una struttura ricettiva per anziani, i Carabinieri del Nas hanno verificato l'avvio al funzionamento in assenza della prevista autorizzazione sanitaria. Inoltre, durante gli accertamenti sul posto, è stato individuata e sanzionata una persona per l'inosservanza delle misure di contenimento epidemico, perché senza valido motivo, si era recato presso la citata struttura gestita dalla compagna, all'interno della quale era stato registrato un caso di contagio da Covid-19. Tutti gli ospiti e gli operatori della struttura sono stati posti in quarantena. Il Nas di Cosenza, a seguito di segnalazione di una pluralità di casi positivi al virus Covid-19, ha effettuato un'ispezione igienico-sanitaria presso una casa protetta per anziani e disabili ubicata in quella provincia (21 casi tra ospiti e operatori sanitari), già oggetto di un'ordinanza sindacale "di isolamento totale e quarantena obbligatoria di tutti i soggetti in essa presenti" emessa lo scorso 28 marzo. Al momento dell'accesso risultavano ospitati ancora 15 anziani parzialmente autosufficienti, dei quali 11 positivi, mentre 4 anziani erano stati trasferiti presso ospedali dell'area. L'ispezione, pur consentendo di acclarare buone condizioni igienico-sanitarie e adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale ai lavoratori, ha evidenziato una serie difficoltà organizzative dovuta al limitato numero di addetti all'assistenza e determinata dalla rigorosa applicazione dell'ordinanza che impediva il regolare turn-over dei 4 operatori rimasti all'interno. La criticità veniva segnalata all'Asp di Cosenza per l'immediata adozione dei provvedimenti di competenza e l'individuazione di adeguati percorsi di contenimento e mitigazione.

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