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Venerdì, 29 Marzo 2024
La scoperta

Rilevata e isolata la variante nigeriana del Coronavirus, è la seconda volta in Italia

Di questa mutazione se ne sa molto poco: fondamentale studiarla e identificare i possibili focolai, sperando che non sia troppo pericolosa

Rilevata e isolata la variante nigeriana di Sars-CoV-2. La scoperta è avvenuta all’ospedale di Brescia, provincia che in questo momento si trova in zona rossa proprio per i numeri della diffusione della variante inglese di Coronavirus. Non è la prima volta in Italia perché ilceppo mutante B1.525 era stato individuato per la prima volta nel nostro Paese a Napoli lo scorso febbraio, tuttavia la scoperta resta di fondamentale importanza per studiare le caratteristiche di una variante di cui ad oggi si sa ben poco. 

“La cosa importantissima dal punto di vista scientifico è che ora, avendo isolato il virus potremo finalmente valutare se questa variante, rispetto al ceppo originario o agli altri mutanti noti, mostra o meno una maggiore aggressività e se è resistente o no agli anticorpi indotti dalla vaccinazione”. A spiegarlo é Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, ordinario di Microbiologia e microbiologia clinica all'Università degli studi bresciana e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell'Asst Spedali Civili. Proprio all’agenzia di stampa Adnkronos Salute, Caruso ha spiegato come la variante nigeriana preoccupi perché potrebbe essere resistente ai vaccini anti-Covid oggi disponibili. Si tratta di "una variante rara. Al momento sta evolvendo principalmente in Africa, in Nigeria appunto, ma ci sono una serie di osservazioni in tutto il mondo. Per ora pochi casi, che tuttavia stanno crescendo". 

Variante nigeriana, caso isolato o già in circolazione? 

Eppure è arrivato in Italia. Come è possibile? Non ci sono grosse certezze, ma il suo arrivo al Nord Italia è stato intercettato per caso in un paziente positivo di origini africane e poi il caso è stato segnalato all'Ats (Agenzia di Tutela della Salute) che è subito partita con le attività di tracciamento. Bisogna infatti rispondere quanto prima ad una domanda: è un caso isolato o sta già circolando? Di sicuro, precisa il numero uno dei virologi italiani, "l'obiettivo è fermare al più presto qualunque tipo di diffusione" del ceppo mutante. 

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