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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Corruzione / Milano

I dentisti che prescrivono apparecchi non necessari e le mazzette nel mappamondo

Un medico che lavora presso una struttura privata convenzionata avrebbe ottenuto circa 26 mila euro in contanti dalla società produttrice delle protesi per le prescrizioni fatte tra il 2020 e il 2021

Dentiere e apparecchi dentali erano prescritti senza alcuna reale necessità e con prezzi gonfiati. Questa la ricostruzione fatta dai finanzieri del Comando provinciale di Milano, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, che hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Tra i destinatari c'è un dentista. 

Si tratta della nuova tranche di un'indagine che vede coinvolti complessivamente 11 indagati. Gli inquirenti ritengono ci fosse una vera e propria rete attiva nell'ambito della produzione e distribuzione di manufatti odontoprotesici. A tirare le fila del sistema di sarebbe un'azienda leader nel settore dell'odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici aziende ospedaliere pubbliche lombarde. 

Secondo l'accusa la società, tramite il legale rappresentante pro-tempore e fidati suoi collaboratori, poteva contare su odontoiatri in servizio presso ambulatori pubblici i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici "anche in eccesso e non necessari, maggiorando così i correlati prezzi poi direttamente pagati dall'inconsapevole paziente". Alcune volte i costi erano raddoppiati. In cambio i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all'azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate, dazione corruttiva erogata ai professionisti in contanti con consegne brevi manu o mediante sconti per i propri studi privati.

Nel corso della perquisizione effettuata nei locali della società, sono stati trovati soldi in contati per circa cinquemila euro che sarebbero stati destinati ai camici bianchi nascosti in un mappamondo. 

Un medico che lavora presso una struttura privata convenzionata con il Servizio sanitario nazionale avrebbe ottenuto circa 26 mila euro in contanti, in più tranche, dal rappresentante legale pro-tempore dell'impresa tramite un dipendente, per i "favori" svolti tra il 2020 e il 2021. All'odontoiatra sarebbe stata riconosciuta una percentuale pari al 10% sul fatturato annuo realizzato dalla società investigata, grazie alle prescrizioni mediche rilasciate presso la  clinica in cui operava.

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