Corruzione, arresti al ministero dell'Agricoltura: soldi e vacanze in cambio di appalti
Contributi e finanziamenti pubblici, contratti o gare d'appalto finivano ad 'amici' in cambio di denaro, vacanze o addirittura mobili e pacchi dono di generi alimentari. In manette dirigenti e funzionari
L'accordo era semplice: dirottare contributi e finanziamenti pubblici, contratti con l'amministrazione e far aggiudicare le gare pubbliche a una serie di imprenditori 'amici'.
Il tutto, in cambio di denaro in contanti, vacanze pagate all'estero, soggiorni in resort e centri benessere di lusso. Ma non solo. Oggetto degli accordi erano anche stage e promesse di posti di lavoro per parenti, amici e amanti e perfino generi alimentari e oggetti d'arredamento.
La Guardia di finanza di Roma ha accertato un "diffuso sistema di corruzione" nell'ambito del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e ha arrestato 11 persone tra dirigenti, funzionari pubblici del ministero e imprenditori, con l'accusa di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e di turbata libertà nella scelta del contraente.
I dirigenti e funzionari del ministero coinvolti in pratica si accordavano di volta in volta con alcuni imprenditori, e in cambio ricevevano compensi di vario tipo.
Nel complesso sono indagate 37 persone, tra cui 13 dirigenti e funzionari pubblici, nei confronto dei quali è stato disposto il sequestro preventivo per equivalente di denaro e beni per un valore di oltre 22 milioni di euro: tra i beni sequestrati 43 tra terreni e fabbricati, 10 tra autoveicoli e motocicli e numerosi conti correnti, depositi titoli e polizze assicurative.
Tra gli arrestati spicca il nome di Giuseppe Ambrosio, attualmente direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e capo della segreteria del sottosegretario Braga. Ambrosio, soprannominato 'il centurione' (da cui il nome dell'operazione), è stato arrestato oggi assieme alla moglie e a una persona 'di fiducia', entrambi dipendenti del ministero.
Per Ambrosio l'accusa, oltre a quella di aver favorito alcuni imprenditori dietro compenso, è quella di aver contribuito alla concessione di contributi pubblici in favore dei comuni di Maratea e di Todi. Nel primo caso, 63.500 euro e nel secondo 125mla euro. In cambio, sarebbero state 'omessi' i controlli per dei lavori di ampliamento - abusivi - nelle ville di proprietà del funzionario.
Per i lavori nelle ville, poi, Ambrosi avrebbe impiegato risorse per circa 1,27 milioni di euro che gli inquirenti hanno giudicato "non coerenti con il proprio reddito".