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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Corruzione, 24 arresti in blitz della finanza: "Indagato Marotta, deputato Ncd"

L’operazione ordinata dalla procura di Roma contro un'associazione a delinquere dedita a "frode fiscale, corruzione, riciclaggio, truffa allo Stato e appropriazione indebita". Coinvolto anche un ex sottosegretario del governo Berlusconi

Un blitz scattato all'alba, nome in codice "Labirinto": centinaia di uomini della Guardia di Finanza hanno arrestato 24 persone e sequestrato beni e quote societarie per oltre un milione di euro. "Associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita" le accuse contestate agli indagati.

Nelle indagini risulta indagato anche un parlamentare Ncd in carica, Antonio Marotta, ex componente del Consiglio superiore della magistratura eletto deputato alle elezioni politiche del 2013 per la lista de Il Popolo della Libertà in quota DC: dopo lo scioglimento del Pdl ha aderito a Forza Italia prima di transitare, nel 2015, nelle file del Nuovo Centrodestra.Nei suoi confronti la Procura di Roma aveva chiesto una misura cautelare, ma il gip Maria Giuseppina Guglielmi l'ha respinta. "Sono stato avvertito dal mio avvocato - ha commentato il parlamentare - Mi sono fatto mandare le carte perché non riesco a capire come posso essere coinvolto. Per quanto mi riguarda sono sicuro al cento per cento di non aver nulla a che fare con l’indagine".

Indagato anche Giuseppe Pizza, ex sottosegretario all’Istruzione del Governo Berlusconi ed esponente della nuova Democrazia Cristiana. Proprio il fratello di Pizza, Raffaele, sarebbe la figura centrale di tutta l'inchiesta. Fra gli altri nomi coinvolti figura Vittorio Crecco, ex direttore generale dell’Inps.

LA RETE. Al centro delle indagini le attività sospette di un consulente tributario. L'inchiesta ha avuto origine dalla segnalazione di operazioni finanziarie sospette ed è stata portata avanti dal Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza che ha accertato l'utilizzo di un gran numero di fatture per operazioni inesistenti a favore di società ed enti su tutto il territorio nazionale.

"Il faccendiere - spiega la Guardia di Finanza - utilizzava uno studio ubicato accanto al Parlamento per ricevere denaro di provenienza illecita, occultarlo e smistarlo, avvalendosi in un caso anche della collaborazione del parlamentare". Il faccendiere, sfruttando legami stabili con la politica, si adoperava anche per favorire "la nomina ai vertici di enti e società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, riconoscenti, risultavano permeabili alle sue richieste".

In tutto risultano indagate 50 persone, controlli e arresti sono stati effettuati nel Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Marche, Umbria e Toscana: 12 in carcere e 12 ai domiciliari.

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