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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca / Venezia

Venezia, dopo le proteste Costa Crociere "scappa" a Trieste

La compagnia avrebbe deciso di cancellare la Laguna dai propri approdi e di "emigrare" a Trieste. Sulla decisione peserebbero le proteste e l'assenza di soluzioni alternative al passaggio a San Marco

VENEZIA - Un po' è una necessità, l'unica via di risoluzione. Un po' è una minaccia, una sorta di aut aut. Dopo tutte le polemiche legate al transito delle grandi navi in Laguna, Costa Crociere si sarebbe detta pronta a cancellare Venezia dai propri approdi, deviando le proprie navi nel vicino porto di Trieste. 

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La notizia "rimbalza" da Amburgo, dove è in corso il Seatrade Europe, la più importante fiera europea dedicata al mondo della crocieristica. A "spaventare" la compagnia, a quanto pare, la situazione di incertezza relativa al percorso alternativo a Bacino di San Marco e canale della Giudecca che potrebbbe essere deciso per le grandi navi. Mentre sulla necessità di trovare un'alternativa c'è coesione, infatti, sulla reale soluzione non c'è ancora stato nessun passo concreto. 

La protesta del comitato No grandi navi

Di fatto, la rumorosissima protesta di sabato, ma molto di più il decreto Clini, che vieta il transito per navi di stazza superiore a quaranta tonnellate, hanno posto la questione come un'urgenza. Nonostante ciò, però, soluzioni all'orizzonte non se ne vedono. 

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Il che sta generando il malumore delle grandi compagnie di navigazione e il rischio concreto che l'atteggiamento di Costa Crociere sia imitato da altri. Numeri alla mano, in passato smentiti dai commerciati veneziani, si tratterebbe di un vero scossone per la città in cui l'attività crocieristica genera un giro d'affari di circa 283,6 milioni di euro, pari a circa il 3,26 % del Pil del Comune di Venezia, e un impatto occupazionale diretto stimabile in oltre 4000 unità nella sola area veneziana e im oltre 3.500 nell'indotto. 

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Molto dipenderà comunque dall'esito dal vertice convocato dal premier martedì 1 ottobre a palazzo Chigi con i ministri delle Infrastrutture e dell'Ambiente Maurizio Lupi e Andrea Orlando per arrivare a una "decisione definitiva" sulla questione. Necessaria per non fare scappare le grandi navi.  Sempre che la volontà sia questa. 

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