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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Torino

Cristina Messina, uccisa "perché voleva essere libera"

Il pm Paolo Toso ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere, nell'udienza tenutasi ieri davanti alla Corte d'assise di Torino, per Nicola Cirillo

Uccisa "perché voleva essere libera". Il pm Paolo Toso ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere, nell'udienza tenutasi ieri giovedì 10 dicembre 2020, davanti alla Corte d'assise di Torino, per Nicola Cirillo, il 58enne di Volvera che lo scorso 10 giugno tolse la vita con un colpo di pistola all'ex compagna 54enne Cristina Messina e ferì gravemente la figliastra 29enne Giusy Messina, che da allora è su una sedia a rotelle e non potrà più camminare.

L'omicidio di Cristina Messina a Volvera

Il delitto avvenne nella casa della donna, in via Garibaldi a Volvera. Chiesta anche una provvisionale di 600mila euro per le parti civili, che l'uomo, un netturbino in pensione, non possiede. Il movente dell'omicidio era stato la gelosia: l'uomo non accettava che la sua ex compagna si fosse rifatta una nuova vita. I figli della donna si sono costituiti parte civile con gli avvocati Gianluca e Ruggero Marta, mentre l'imputato è difeso dall'avvocato Maria Frezza e si è collegato in videoconferenza limitandosi a dire "Mi dispiace". A pronunciare la sentenza saranno gli otto giudici (due togati e sei popolari) presieduti da Alessandra Salvadori.

Nessun rimorso nelle sue parole. "Ma chi si credeva di essere? Una persona libera? Me ne ha combinate di ogni: aveva la macchina, usciva. Era un oltraggio". Il pm Toso ha ripercorso l’interrogatorio a cui era stato sottoposto dopo l’arresto Nicola Cirillo.

"Cirillo ha pianificato un omicidio perché era convinto che la sua ex fosse cosa propria e visto che si insubordinava andava tolta di mezzo"

Il 10 giugno è uscito di casa armato, scrive oggi La Stampa. Cirillo si è fermato a giocare al SuperEnalotto. Poi, raggiunta casa di Cristina ha sparato a lei e alla figlia della donna, Giusy di 28 anni. Oggi rimasta paraplegica. "Mi è venuta incontro per impedirmi quello che volevo fare. Le ho sparato. Poi sono andato a cercare la madre. Era sul balcone. Le ho sparato tre colpi. Sono tornato indietro e c’era mia figlia con gli occhi sbarrati. Le ho sparato un altro colpo". Senza rimorsi di coscienza. "Una confessione fredda, come una conversazione al bar tra estranei" ha detto il pm Toso.

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