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Venerdì, 19 Aprile 2024
La storia / Arezzo

Arresto cardiaco in gravidanza: il calvario di Cristina e il primo abbraccio alla sua bimba dopo due anni

Il dramma al settimo mese di gravidanza, poi il parto cesareo d'urgenza e la lunga riabilitazione. Ora la giovane mamma di Arezzo ha finalmente incontrato la sua piccola ma servono soldi per portarla a casa. È iniziata una gara di solidarietà

Mancavano poche settimane al giorno più bello, quello in cui la sua bambina avrebbe visto la luce. Ma in una manciata di minuti la gioia dell'attesa per una giovane mamma della provincia di Arezzo si è trasformata in un dramma: è stata infatti colpita da un arresto cardiaco e per lei e la sua piccola le conseguenze sono state tremende. La storia di Cristina Rosi e della sua piccola Caterina è cambiata il 23 luglio del 2020. Un parto cesareo d'emergenza, poi la rianimazione, la terapia intensiva e la prognosi che nessuno avrebbe mai voluto conoscere: Cristina era in stato vegetativo e la sua piccola aveva riportato danni devastanti. Una situazione disperata. 

Da allora sono passati due anni e grazie alle cure dei medici e alla tenacia del marito di Cristina, Gabriele Succi, un piccolo grande sogno si è realizzato. La giovane moglie infatti è stata portata in un centro d'eccellenza di Innsbruck e pian piano ha ricominciato a relazionarsi con il mondo circostante. E domenica scorsa, per la prima volta, è tornata nella sua casa di Alberoro, nel comune di Monte San Savino, ed ha incontrato la sua bambina. 

L'arresto cardiaco e le sue drammatiche conseguenze

"Era il 23 luglio quando è successa la tragedia - ha raccontato Gabriele a Today - Cristina era a casa da sola quando si è sentita male, per fortuna la madre si trovava nelle vicinanze e l'ha sentita lamentarsi. Ha avuto un arresto cardiaco ed è stata subito soccorsa da un vicino medico, poi è arrivato il 118 ed è stata portata in ospedale. L'arresto cardiaco ha causato una mancanza d'ossigeno importante. E' stato subito eseguito un parto cesareo, i medici si sono prodigati. Ma i danni sono stati terribili".

Cristina, che oggi ha 39 anni, rimase in rianimazione per un mese presso l'ospedale San Donato di Arezzo. Poi fu trasferita in una struttura riabilitativa toscana. La carenza di ossigeno che si era verificata durante l'arresto cardiaco le aveva causato gravi danni. E gravi erano anche le condizioni della piccola Caterina, che fu ricoverata in ospedale per mesi e che tutt'oggi ha bisogno di assistenza continua. 

Il marito e babbo però non si è arreso di fronte al destino. Ha studiato, si è informato, ha scoperto che c'era una clinica specializzata in Austria dove Cristina avrebbe potuto avere cure migliori e seguire un percorso di riabilitazione neurologica. Ma servivano soldi, tanti soldi. Così dopo cinque mesi, nei quali la giovane mamma era rimasta in stato vegetativo, il 28 dicembre del 2020 diede il via insieme a due amici alla prima raccolta fondi. Il traguardo era difficile da raggiungere: 150mila euro. Ma in poche settimane la comunità aretina donò gran parte della somma. 

Il viaggio della speranza in Austria

Il 6 aprile del 2021 Cristina, accompagnata dal marito, partì per Innsbruck. Le terapie iniziarono subito e presto arrivarono i primi risultati: solo due mesi dopo pronunciò la sua prima parola, "mamma". E' stato un momento speciale, che ha segnato la rinascita di Cristina. Ma la strada è ancora lunga, lunghissima. Tornata dall'Austria la 39enne è stata ricoverata presso l'istituto aretino di Agazzi. Prosegue le terapie e cerca di riconquistare giorno dopo giorno, quella vita che l'arresto cardiaco le ha tolto in una manciata di minuti.

L'incontro con la piccola Caterina

Da quel 23 luglio sono trascorsi quasi due anni, durante i quali mamma e figlia non si sono mai potute incontrare. Fino a domenica scorsa, quando nel paesino di Alberoro le campane hanno suonato a festa. La giovane mamma infatti è tornata a casa: una visita di poche ore che ha regalato grandissime emozioni. Finalmente quell'abbraccio tanto atteso, forse con poche parole ma colmo d'amore. 

"È stata una bella giornata - racconta Gabriele - tutto è andato bene. Cristina era tranquilla, l'ho vista molto presente e serena. Il dramma che stiamo vivendo non è riuscito a scalfire il suo sorriso. Ogni settimana tornerà a casa qualche ora poi, se tutto andrà bene, sarà aumentata la frequenza delle visite. Vederla così è un miracolo, purtroppo però ha problematiche importanti e ha bisogno di attenzioni e cure". 

Una nuova raccolta fondi

Il percorso è ancora lungo per Cristina e Caterina. Entrambe hanno bisogno oggi e continueranno in futuro ad avere bisogno di cure speciali. Per questo è stata attivata una nuova raccolta fondi: per dare un sostegno alla giovane mamma e "aiutarla a tornare stabilmente nella sua casa, vicina alla sua Caterina ed al marito Gabriele e proseguire le cure di cui ha bisogno quotidianamente".

"Per fare questo - si legge nell'appello lanciato sulla piattaforma GoFoundMe - è necessario un'importante intervento che porti all'adeguamento degli spazi domestici, che garantisca attrezzature apposite e cure a domicilio. Senza l'aiuto di tutti coloro che hanno contribuito alle cure di Cristina, forse tutto questo non sarebbe stato neanche immaginabile; adesso serve un ulteriore sforzo per fare in modo che Caterina e sua mamma possano finalmente condividere lo stesso tetto, sorridersi e  stringersi forte come in questi due anni non è stato possibile".

Le prime donazioni hanno iniziato ad arrivare. L'obiettivo economico è pari a 150mila euro. Ma il traguardo più grande sarà quello di riportare presto la giovane mamma al fianco della piccola Caterina e del marito Gabriele. 

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