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Martedì, 23 Aprile 2024
il caso

Sfollati da un anno per il crollo della palazzina: "Lì è morta mia moglie, ora vogliono il mutuo"

A Matera era crollata una palazzina in pieno centro. Gli abitanti erano stati trasferiti in alcuni alloggi in periferia, ma questi o erano occupati da altre famiglie o erano troppo costosi. Una tragedia tutta italiana, in quella che sarà la capitale europea della Cultura

Sono rimasti vivi per miracolo dopo il crollo della loro casa, ma ne stanno pagando ancora il mutuo. Adesso abitano in appartamenti assegnati da comune, a cui pagano l'affitto. Una di queste case era già stata assegnata a un'altra famiglia, così, Francesco Nunzio Calculli è rimasto senza un tetto. Lui, quando la palazzina in Vico Piave a Matera era crollata, aveva anche perso la moglie Dina Antonella Favale, 31 anni morta sotto le macerie l'11 gennaio 2014. 

Così ha scritto al sindaco della sua città, Salvatore Adduce del Partito democratico. Il Comune di Matera si era preso l'impegno di trovare un altro alloggio a tutti coloro che avevano perso la casa (e nel caso di Francesco anche la famiglia) durante il crollo avvenuto più di un anno fa. Un impegno che dopo tutto questo tempo non è stato assolto. 

LA STORIA DI FRANCESCO - Per un'ordinanza del sindaco, a Francesco doveva essere assegnato un altro alloggio, per la precisione una casa di proprietà dell'Ater nella periferia di Matera. Lì avrebbe potuto vivere per tre anni e come spiega lui stesso rivolgendosi al sindaco Adduce "sulla base di una serie di motivazioni riassumibili nella condizione di emergenza abitativa determinata dal crollo e analizzando la mia particolare situazione luttuosa e mutuataria". Ma oggi Francesco una casa non la ha:

Non ho potuto mai prendere possesso dell’alloggio che mi è stato assegnato perché lo stesso è stato abusivamente occupato da un altro nucleo familiare che probabilmente vive un’emergenza abitativa non meno grave 

Quell'appartamento è già occupato ma il punto è che nessuno si è più occupato della situazione di Francesco:

Nessuno mi ha più contattato nei successivi 9 mesi per informarmi dell’evolversi della situazionesulle procedure messe in atto per adempiere all’oggetto dell’ordinanza suddetta, lasciandomi nella più totale disinformazione e abbandono

Il tutto nonostante quelle ordinanze che riguardavano proprio l'emergenza di Vico Piave fossero firmate dal sindaco Adduce

CAUSE DEL CROLLO, CONSEGUENZE SOCIALI - Così Francesco all'oggi non ha una casa, dovrebbe pagare un affitto per quella casa assegnatagli dal Comune ma in cui vive un'altra famiglia e sta ancora pagando il mutuo per l'altra casa, crollata più di un anno fa. Adesso lui e gli altri abitanti stanno ancora aspettando che gli ingegneri tecnici depositino le perizie su quei fatti. Quando il 14 gennaio 2014 quella palazzina nel pieno centro della città che sarà capitale europea della cultura era andata giù, qualche sospetto c'era: alcuni lavori che erano stati fatti di recente al pianterreno dello stabile per realizzare una pizzeria. A quei lavori il condominio si era sempre opposto e e il Comune afferma che non li aveva mai autorizzati. I residenti hanno riferito che da quando erano stato aperto il cantiere si erano create delle profonde crepe nei muri ma i sopralluoghi avevano escluso i pericoli. Il pm della città lucana, Annunziata Cazzetta aveva aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio colposo. 

Matera, crolla palazzina in centro (Foto Twitter)

LA STORIA DI GIUSEPPE - Chi viveva in quella casa è ancora sul piede di guerra. A chi è stato assegnato un appartamento, comunque si trova in una situazione complessa: "Quando hanno assegnato gli appartamenti hanno lanciato la notizia, come se la situazione fosse sistemata - ci spiega Giuseppe Gambetta, un altro degli abitanti della palazzina in Vico Piave - Ho accettato il trasferimento e adesso vivo nella casa che mi ha assegnato il Comune, ma non posso permetterla".

Il comune chiede a tutti coloro che sono stati trasferiti qui dopo il crollo, un affitto di 225 euro al mese, prezzo che per la periferia di Matera (dove le case si trovano) non è per nulla calmierato: "Me ne sto andando da qui perché anche io fino al 2022 dovrò pagare il mutuo per la casa che è crollata in Vico Piave, visto che devo pagare anche un affitto a prezzo di mercato al comune mi cercherò una casa più economica" continua Giuseppe. Sembra proprio che il comune abbia requisito degli appartamenti Ater (a cui paga l'affitto) e quindi chieda i soldi anche ai "rifugiati" di Vico Piave, senza neppure calmierare il prezzo. 

UN COMUNE CHE NON RISPONDE - Sia Francesco che Giuseppe hanno denunciato pubblicamente l'indifferenza del Comune: il primo perché non ha ancora una casa, il secondo perché gliene stata data una che non si può permettere. "Niente da fare, non funziona nulla: pensa che io nella casa crollata volevo avviare un'attività di casa vacanze: adesso mi ritrovo senza casa, senza lavoro e senza soldi" conclude Giuseppe. 

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