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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'ingegnere che nel 2016 diceva: "Il ponte Morandi ha avuto problemi da subito"

L'analisi del professor Antonio Brencich: "Tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno quelli di ricostruzione e bisognerà demolire il viadotto"

Una tragedia annunciata? Dare giudizi a posteriori è sempre facile, ma che il ponte Morandi, costruito negli anni Sessanta, avesse qualche problema di troppo non era sfuggito all'Ingegner Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in cemento armato dell'Università di Genova.

Due anni fa sul sito Ingegneri.info Brencich lanciava l'allarme sul ponte Polcevera, un viadotto che a suo dire "ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici". Così come il ponte "gemello" di Maracaibo, in Venezuela, costruito con la medesima struttura a cavalletti bilanciati (ideata da Morandi), che crollò nell’aprile del 1964 dopo essere stato urtato da una petroliera.

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"Nell’aprile 1964  - si legge sul sito Ingegneri.info - la petroliera Exxon Maracaibo, da 36.000 t, a pieno carico, in uscita dalla laguna di Maracaibo, ebbe un guasto black out elettrico che la rese ingovernabile: urtò le pile 30 e 31, ad oltre 600m di distanza dalle campate progettate per il passaggio del traffico navale, con tale violenza che fece crollare completamente le due pile trascinando in mare ben tre campate consecutive del ponte. Questo tipo di evento non era stato preso in considerazione durante la progettazione".

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I problemi del ponte Morandi

Quanto al ponte Morandi, Brencich osserva che così come il ponte di Maracaibo fu interessato fin quasi da subito da imponenti lavori di manutenzione straordinaria, tra cui la sostituzione dei cavi di sospensione a cavallo della fine anni ’80 primi anni ’90, con nuovi cavi affiancati agli stralli originari.

''Oltre l'aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un'erronea valutazione degli effetti differiti (viscosità) del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale'', spiegava inoltre Brencich. ''Ancora nei primi anni '80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell'impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità''.

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Anche in queste settimane, come ha comunicato Autostrade per l'Italia, erano in corso lavori di consilidamento del viadotto che era sottoposto "a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della direzione di tronco di Genova''. Eppure il ponte Morandi è crollato. 

"Arriverà il momento di ricostruire il ponte"

"La riflessione oggettiva a cui si giunge, alla luce della vita utile che dovrebbe avere una struttura del genere (almeno 100 anni) - si legge ancora su Ingegneri.info - è che fin dai primi decenni il ponte è stato oggetto di manutenzioni profonde (fessurazione e degrado del calcestruzzo, nonché creep dell’impalcato) con costi continui che fanno prevedere che tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno i costi di ricostruzione del ponte: a quel punto sarà giunto il momento di demolire il ponte e ricostruirlo".

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Il ponte Morandi, inaugurato il 4 settembre del 1967, è lungo 1.182 metri e attraversa i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano di Genova. La campata maggiore raggiunge i 210 metri, l'altezza delle pile arriva a 90 metri. Il viadotto è crollato alle 11.50 del 14 agosto 2018 portando con sé decine di vite umane.

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