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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il processo / Genova

Il crollo del ponte Morandi, chiesti 59 rinvii a giudizio

Per l'accusa gli imputati sapevano delle cattive condizioni dei piloni, ma non hanno provveduto alla manutenzione per risparmiare. Il cedimento, nell'agosto del 2018, ha causato 43 vittime

Nonostante sapessero che il ponte Morandi, a Genova, era in pessime condizioni avrebbero rinviato gli interventi di manutenzione per risparmiare. E' la tesi sostenuta dalla Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex amministratore delegato di Aspi e Atlantide Giovanni Castellucci e gli altri 58 imputati nell'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, in cui il 14 agosto 2018 persero la vita 43 persone.   

Gli imputati sono gli ex vertici di Aspi e Spea (la società che si occupava delle manutenzioni), i dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato che non controllarono la società e lo stato delle opere.  Le accuse, a vario titolo, vanno dal disastro colposo all'omicidio colposo plurimo, dall'attentato alla sicurezza dei trasporti al crollo doloso, fino all'omicidio stradale, alla rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza e al falso. 

La richiesta è stata formulata dai pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno dopo undici udienze. I pm hanno anche chiesto il dissequestro dei reperti in modo da consentire al Comune di proseguire con i lavori per il parco della Memoria, il luogo progettato dall'architetto Stefano Boeri, per ricordare le vittime.

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