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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Torino

Presi gli autori del lancio di uova contro Daisy Osakue, confessano sette episodi

"Solo goliardia". L'ammissione di colpevolezza avviene sotto gli occhi dell'avvocato scelto da un 19enne reo confesso del lancio di uova che ha mandato in ospedale l'atleta azzurra. I carabinieri hanno ricostruiti altri episodi: in auto con lui due complici

Sono tre ragazzi italiani ventenni abitanti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, gli autori dell'aggressione avvenuta a Moncalieri nella notte tra il 29 e il 30 luglio nei confronti dell'atleta Daisy Osakue, colpita a un occhio da un uovo, lanciato dagli occupanti di un'auto in corsa.

A identificare i giovani che hanno agito a bordo dell'auto intestata al padre di uno di loro sono stati i carabinieri di Moncalieri. I tre ragazzi, che ora dovranno rispondere di lesioni e omissione di soccorso, avrebbero compiuto il gesto per goliardia.

La confessione: "7 lanci di uova in due mesi"

Come riferisce Torino Today questa mattina i Carabinieri si sono recati a Vinovo trovando l'auto incriminata con evidenti striature di residui di uova sulla fiancata destra. Il proprietario è stato accompagnato in caserma dove ha chiarito che l’autovettura veniva sovente utilizzata, soprattutto negli orari serali/notturni, dal figlio 19enne.

Il giovane, alla presenza del difensore di fiducia, ha fornito ampie e circostanziate ammissioni circa i lanci di uova, in tutto almeno 7 in un paio di mesi, nonché i nomi di due complici i quali, convocati anch’essi in caserma, hanno reso piena ammissione delle proprie responsabilità alla presenza dei propri difensori. La motivazione del gesto sarebbe riconducibile a mera goliardia.

Durante le indagini è emerso come una cittadina di Moncallieri era stata vittima di un analogo lancio di uova, senza conseguenze. Non era l'unica: i Carabinieri hanno ricostruito come nei giorni passati altre persone fossero state oggetto di lancio di uova.

Sono stati acquisiti i filmati di tutti gli esercizi commerciali nelle zone in cui sono avvenuti i fatti: dall’analisi delle immagini è emersa la presenza del solito veicolo, un Fiat Doblò, che ricompariva nelle stesse ore e negli stessi luoghi indicati dai testimoni del lancio di uova.

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