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Venerdì, 19 Aprile 2024
CRONACA

Dalia, uccisa dal cancro nella Terra dei fuochi: "Morti assurde"

La piccola è morta due anni fa a Casalnuovo, nel napoletano. La madre Tina la ricorda con un coraggioso messaggio per svegliare le coscienze: "Il diritto di vivere di Dalia doveva essere sacrosanto anche in Campania"

NAPOLI - Sono passati quasi due anni da quando Tina, giovane mamma che vive nella cosiddetta "Terra dei fuochi", ha dovuto dire addio alla sua piccola Dalia. La bambina, che viveva con i genitori a Casalnuovo (comune nell'hinterland napoletano) è morta per un cancro. E oggi la mamma, che in sua memoria continua a denunciare l'avvelenamento in quelle terre, ha voluto lanciare un appello su Facebook. Un appello che è denuncia e dolore insieme. 

"Cominciavano due anni fa i giorni di passione per la mia Dalia - scrive Tina - che il 31 ottobre 2012 andava via per sempre stroncata da un maledetto linfoma non-Hodgkin. Chiedo a chiunque voglia ricordarla e renderle omaggio di condividere in questi giorni e fino al 31 questo post per far si che il mio messaggio possa toccare e svegliare più coscienze possibili". 

LA DENUNCIA DELLA MAMMA - "Sono due anni ormai - prosegue la mamma nel suo messaggio doloroso e coraggioso - che io con altre mamme e tante persone comuni come voi gridiamo l'assurdità di queste morti che nella nostra terra sono ormai un aberrante routine. Tra le cause del cancro leggo da Wikipedia "cause ambientali occupano un posto importante come l'esposizione a radiazioni o a certe sostanze chimiche". Dalia viveva a Casalnuovo, terra dei fuochi". "Nella nostra terra da oltre un ventennio sono confluiti materiali di scarti industriali di ogni tipo, discariche abusive e pseudo legalizzate il cui percolato risulta da tempo inclassificabile e indisturbato si insinua nelle falde".

Terra dei fuochi, il corteo a Napoli | Foto di Viviana Graniero/NapoliToday

ROGHI TOSSICI E RIFIUTI - "Da anni i roghi tossici con i quali le aziende locali smaltiscono indisturbate gli scarti delle loro produzioni fatte in regime di evasione fiscale appestano l'aria che respirava lei e che continuiamo a respirare noi. A pochi metri in linea d'aria da dove viviamo un obsoleto mostro chiamato termovalorizzatore da oltre 800 MW continua a funzionare, in maniera illegittima, e a diffondere sostanze tossiche ad Acerra e non solo, nonostante l’autorizzazione in deroga per la cessata emergenza rifiuti sia scaduta da oltre un anno. Il termovalorizzatore funziona inoltre senza che le sue emissioni siano oggetto di controllo da parte dell’ARPAC o di qualsiasi altro ente terzo;per cui, unica fonte di dati relativi a quantità e qualità delle sue emissioni, resta la società che gestisce l’impianto, che continua così indisturbato la sua “opera” ignorando totalmente anche il principio di precauzione".

"E mentre il governo attuale ancora ignora il nostro dramma, mentre la Lorenzin adduce l'aumento di patologie neoplastiche ai nostri stili di vita, mentre il decreto sblocca Italia prevede la costruzione di nuovi inceneritori, mi chiedo quando si parlera' di bonifiche controllate, tracciabilita' di rifiuti industriali, lotta all'evasione e lavoro sicuro ed ecosostenibile. Per ora nella mia terra il principio di precauzione resta dunque un sogno, andato in fumo sotto la spinta di mafia, industriali senza scrupoli,stato assente e colluso. In fumo, come la mia vita e quella della mia Dalia, il cui diritto di vivere doveva essere sacrosanto anche in Campania", conclude Tina. (da NapoliToday)

Scatti dalla Terra dei Fuochi (Foto di Luca Abete)

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