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Sabato, 20 Aprile 2024
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Daniela Molinari, le cure sperimentali non funzionano e adesso cerca il papà biologico: "Aiutami a salvarmi"

La donna, abbandonata alla nascita, spera in un farmaco costruito sul Dna familiare. Ha rintracciato la mamma, che dopo un rifiuto le ha fatto avere un campione di sangue. Un effetto collaterale richiede però la riformulazione del medicinale. Da qui la disperata ricerca del padre

Daniela Molinari, l'infermiera 47enne di Como malata di cancro che si era messa alla ricerca della madre biologica per fare il tracciamento del Dna necessario alle cure, sta male. La terapia sperimentale non procede come dovrebbe e adesso ha bisogno di rintracciare il papà biologico, perché dal dna dell'uomo possono arrivare informazioni genetiche determinanti per i medici. Lei, abbandonata dai genitori biologici alla nascita, ha bisogno del loro aiuto. La madre è stata rintracciata non senza difficoltà, ma non è bastato. Ha contattato quello che crede sia il padre, ma l'uomo non ha voluto ascoltarla. Così tramite la trasmissione "Chi l'ha visto?" gli rivolge un nuovo appello: "Non voglio disturbare, sono malata. Una provetta di sangue potrebbe aiutarmi".

La malattia di Daniela Molinari

Daniela Molinari è nata a Como il 26 marzo 1973. La sua vita scorre serena, nonostante il pesante bagaglio dell'abbandono. A 47 anni scopre di avere un tumore maligno, che resiste alle terapie tradizionali. Trova una cura sperimentale, ma si basa su un farmaco creato ad hoc incrociando il Dna della paziente e dei genitori biologici. La strada più semplice è quella di cercare la madre. Riesce dell'impresa. La donna però non vuole aiutarla. Nonostante serva solo una provetta di sangue, con un banale prelievo, le dice di "No". Poi, cambia idea ma restando nell'anonimato. Per Daniela si accende la speranza e inizia la terapia. Si manifesta però un pesante effetto collaterale che rischia di compromettere tutto. I medici le prospettano una possibile strategia: trovare anche il padre e riformulare il medicinale. Inizia così la nuova battaglia di Daniela. Si rivolge a una banca mondiale del Dna. Tramite milioni di incroci trova un parente, un cugino che vive in Francia. "Ha 80 anni ma dal primo giorno si è messo a disposizione - racconta Daniela a 'Chi lha visto?' - ha anche imparato l'italiano per comunicare meglio con me. Lui e i suoi parenti si sono messi a disposizione e tramite altri incroci siamo arrivati al Dna di un uomo, di quello che dovrebbe essere il mio papà".

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"Papà, non voglio disturbarti ma sono malata"

Daniela non ha tanto tempo. Non c'è spazio per le indecisioni, per i timori. Alza il telefono e gli spiega la situazione, Trova un muro. Prima un lungo silenzio, poi alla parola "papà" il rifiuto e il telefono che viene riattaccato in modo brusco, Daniela non si perde d'animo e torna in tv per un nuovo appello. 

"Adesso - dice guardando dritta nella telecamera - mi può vedere in faccia. Sono quella Daniela che le ha telefonato qualche giorno fa. Non ho bisogno di niente da lei, non voglio disturbare nè lei nè la sua famiglia. Sono solo malata, se lei fosse veramente mio padre come il dna lascia pensare, una provetta del suo sangue potrebbe aiutarmi a perfezionare la cura che sto facendo. Solo per questo mi sono permessa di disturbarla". Daniela prosegue il suo lucido appello: "Capisco che in giro ci sono truffatori... ma adesso mi può vedere e le assicuro che il mio intento è semplicemente capire se veramente lei è il mio papà e se mi può dare una mano facendosi prelevare una provetta di sangue. La ringrazio, si faccia anche consigliare dalla sua famiglia per potere capire meglio quello che le sto chiedendo...".

 Daniela poi affida le sue riflessioni a un post su Facebook. "E' una situazione troppo complessa da spiegare in un post... e troppo dolorosa. Mi sembra di essere tornata indietro mesi a quando non sapevo nemmeno se avrei potuto cominciare la cura, perché non trovavo la mia mamma e poi quando l'ho trovata mi aveva negato l'aiuto ora sono un po' nella stessa situazione. Devo continuare le cure il mio fisico non regge e sicuramente le ricerche delle mie origini che sono arrivate a un dunque anche dalla parte paterna potrebbero darmi un ulteriore aiuto. Mi io non sono più forte come prima, anche se ci provo in ogni modo.. ed ho bisogno davvero dell'aiuto di tutti per lottare e soprattutto vincere la guerra".   

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