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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Omicidio / Varese

L'orrore di Morazzone: perché Davide Paitoni poteva stare con il figlio?

Il magazziniere in una azienda di ferramenta ha affidato la confessione a due bigliettini scritti a penna e lasciati sul corpo senza vita del piccolo Daniele, ucciso con una coltellata. L'atroce violenza scuote l'Italia

Scuote l'Italia l'orrore di Morazzone (Varese): Davide Paitoni, 40 anni, magazziniere in una azienda di ferramenta, ha affidato la confessione a due bigliettini scritti a penna e lasciati sul corpo senza vita del figlio Daniele, di soli sette anni: "So che non sarò perdonato, ma l'ho fatto per vendicarmi di quella donna che mi ha tradito", ha scritto al papà Renato. Esplictava anche l'intenzione di uccidere la ex moglie, Silvia, e poi di farla finita per "raggiungere la mamma in cielo", deceduta anni fa.  Secondo gli inquirenti Davide Paitoni ha ucciso con una micidiale coltellata alla gola il figlio sabato sera. L'avrebbe ucciso nel sonno, non è chiaro se prima l'avesse narcotizzato. Ha nascosto il corpo del piccolo Davide nell'armadio, poi si è diretto a casa della ex, da cui si stava separando, per ucciderla.

Morazzano (Varese): uccide il figlio e tenta di uccidere l'ex moglie

Era agli arresti domiciliari dallo scorso 26 novembre per aver accoltellato un collega di lavoro ad Azzate. Sabato sera è evaso e ha raggiunto l’ex moglie a Gazzada Schianno, accoltellandola ripetutamente al viso, all’addome e alla schiena. La 36enne è stata portata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo. I carabinieri hanno iniziato le ricerche per rintracciare l’autore del tentato omicidio e, soprattutto, il bambino della coppia, che aveva trascorso la giornata con il padre nella sua abitazione, a Morazzone nel varesotto come previsto nel provvedimento di separazione senza che fosse stato riportato alla madre.

E' stato lì, all’interno di un armadio, che è stato ritrovato il bambino, ucciso con un fendente alla gola. Dai primi accertamenti medico legali è emerso che l’omicidio risaliva al pomeriggio, prima che l’uomo uscisse di casa per andare ad accoltellare l’ex moglie, indotta a incontrarlo con la scusa della riconsegna del figlio. Le ricerche dell’indagato sono proseguite per tutta la notte e alle prime luci dell’alba è stato intercettato a Viggiù a bordo della sua auto Dopo aver cercato di sottrarsi alla cattura, speronando l’auto dei carabinieri e scappando a piedi, è stato fermato, nella zona boschiva di Colle Sant’Elia, con il coltello in mano.

Al 40enne sono stati contestati il delitto di omicidio del figlio e il delitto di tentato omicidio dell’ex moglie "Ci sono poche parole, siamo costernati anche perché è un omicidio efferato e proprio non so cosa sia scattato nella testa dell'uomo, ai domiciliari in casa a Morazzone". Maurizio Mazzucchelli, sindaco di Morazzone, commenta così all'Adnkronos la tragedia che ha sconvolto i suoi cittadini in questo inizio d'anno. "Con la moglie era in fase di separazione - racconta il sindaco - ma non abbiamo mai avuto problemi o sentori di questa tragedia immane, anche perché la mamma e il bimbo vivevano a Gazzada Schianno, dove la donna è stata raggiunta e ferita. Mi spiace che questa cosa sia capitata a un bimbo di 7 anni, che si aspettava protezione e amore dal padre e che è stato ucciso in modo così efferato. Non conosciamo questa famiglia ma stiamo pensando al lutto cittadino, vediamo un po' anche come si evolve e sviluppa la situazione".

La separazione andava avanti da un anno e mezzo. Sposati nel 2018, Davide Paitoni e l'ex moglie erano entrati in crisi alla fine dell’anno dopo, tra violenze denunciate da lei e tentativi di riconciliazione di lui. Se covava un ossessione, l’operaio l’aveva tenuta nascosta a tutti. Non ne ha fatto cenno nemmeno al suo legale, visto prima di finire in carcere: "L’ho trovato come annichilito, non proprio catatonico ma biascicava le parole, come se si stesse lentamente risvegliando da un incubo". Paitoni e la ex moglie vivevano da mesi in case separate, (lui col padre e lei dai genitori a Gazzada Schianno dove ora, disperata, è circondata da parenti e amici) ma nessun giudice si era pronunciato sull'affidamento del figlio. Nonostante qualche denuncia presentata dalla madre a fine 2019 per lesioni e minacce, erano stati gli avvocati a trovare un accordo: il bambino stava con la donna, ma poteva trascorrere qualche giorno di festa col papà.

Paitoni ha alle spalle parecchie denunce, tra cui guida in stato di ebbrezza, ma la più grave risale al 26 novembre quando, al culmine di una lite, ha sferrato diverse coltellate alla schiena di un 52 enne con cui lavorava. Una lite banale, tanto che lo stesso 40 enne, una volta fermato in caserma, avrebbe faticato a trovare una spiegazione al suo gesto. Era stato arrestato, ma l'autorità giudiziaria aveva deciso che fossero sufficienti gli arresti domiciliari. Nel frattempo l'uomo, consumatore abituale di droghe (nella sua auto i carabinieri hanno trovato della cocaina), era nel pieno del suo divorzio. 

Come mai Davide Paitoni poteva stare con il figlio?

Come mai dunque Davide Paitoni poteva stare con il figlio? "Non è automatico che a un uomo ai domiciliari venga impedito di vedere il figlio, a meno che non sia scritto nell'ordinanza che applica la misura" spiega alla Stampa Ciro Cascone, a capo della procura presso il Tribunale per i minorenni di Milano. La prassi è che "la legge che in generale, in caso di separazione dei genitori, dispone l'affidamento condiviso. Ci si separa dal coniuge, non dai figli. Significa che il bambino deve stare prevalentemente a casa della madre, però la responsabilità genitoriale viene esercitata da entrambi. O comunque, anche quando l'affidamento è esclusivo, la frequentazione limitata del padre viene considerata un momento di crescita per il bambino, che può così mantenere il legame col genitore". Se il padre è ai domiciliari, "se nulla prevede il provvedimento che dispone la misura, il giudice civile può intervenire su richiesta della madre, non per il semplice fatto che il papà è ai domiciliari, ma perché ha dato prova di pericolosità. Cioè solo se gli vengono rappresentati motivi chiari che possano nuocere al bambino". Per questo caso i campanelli d'allarme non erano scattati evidentemente anche se, nonostante non ci fosse stata una denuncia diretta da parte della moglie, in base ad alcune segnalazioni da parte di altri era stato aperto un codice rosso per maltrattamenti in famiglia per Davide Paitoni. Lo  apprende l'Ansa dagli inquirenti. I presunti maltrattamenti segnalati sarebbero cominciati nel 2019.

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