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Venerdì, 29 Marzo 2024
La svolta / Perugia

Non è stato un incidente: Davide Piampiano è stato ucciso

La Procura ipotizza il reato di omicidio volontario con dolo eventuale

Svolta nelle indagini sulla morte del 25enne di Assisi Davide Piampiano, rimasto senza vita durante una battuta di caccia, nei pressi del monte Subasio, provincia di Perugia. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti di un uomo, residente ad Assisi, sospettato dell’omicidio del giovane calciatore. La Procura accusa l’indagato di omicidio volontario con dolo eventuale. Dunque non è stato un incidente. 

Da una prima ricostruzione, basata sulle dichiarazioni di vari testimoni, sembrava che la vittima si trovasse a caccia con un altro amico. Un terzo cacciatore avrebbe trovato la vittima in fin di vita, dopo aver sentito uno sparo in lontananza ed essersi avvicinato per capire se i due avessero preso un cinghiale. Secondo un primo racconto, sembrava fosse stato proprio il 25enne a spararsi un colpo per sbaglio. 

Ma l’autopsia ha fatto emergere i primi dubbi, che hanno portato i militari a battere un’altra pista. Sul luogo del presunto incidente, avvenuto l’11 gennaio scorso, i carabinieri hanno sequestrato telefoni, armi, indumenti dei presenti e una telecamera GoPro che la vittima utilizzava per pubblicare i suoi contenuti sui social. Sono stati proprio i video a smentire la prima idea degli inquirenti. 

Sarebbe stato qualcun altro a sparare. Lo stesso che poi, sempre secondo gli investigatori, ha cercato di coprire le proprie tracce, scaricando l’arma di Piampiano, disfacendosi del proprio fucile e della propria giacca da caccia, simulando dunque l’incidente. Ma soprattutto sarebbe quella stessa persona a non chiamare i soccorsi, allertati dopo diversi minuti da un altro cacciatore. 

Il comportamento omissivo ha consentito di ipotizzare a carico dell’autore dello sparo l’ipotesi dolosa di omicidio, avendo “con la sua scelta di non chiamare immediatamente i soccorsi accettato il rischio che il soggetto colpito potesse morire”. Il presunto responsabile si trova ora in carcere. 
 

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