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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'incidente / Vicenza

Il camionista che ha ucciso Rebellin, recidivo e con patente ritirata. I testimoni: "Ha visto il corpo ma è ripartito"

L'accusato è un tedesco. Secondo alcuni testimoni dopo l'impatto si è fermato, ha visto il ciclista sull'asfalto ma è fuggito. Rintracciato in Germania, è stato denunciato ma non arrestato perché la legge tedesca non prevede il reato di omicidio stradale

È stato individuato il camionista che due giorni fa ha investito e ucciso l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin lungo la strada Regionale 11, a Montebello Vicentino. Secondo alcuni testimoni, l'uomo si è fermato, ha visto il corpo per terra ma poi è scappato senza soccorrerlo. L'indagato è un tedesco di 62 anni. In passato era già finito sotto processo in Italia per un incidente in cui era fuggito (e aveva patteggiato, ndr), in un'altra occasione gli era stata ritirata la patente perché ubriaco. 

Il cittadino tedesco è stato individuato in Germania grazie alla collaborazione tra carabinieri e forze di polizia tedesche. L'uomo è stato denunciato a piede libero, non arrestato perché nel codice penale tedesco non esiste il reato di omicidio stradale.

Davide Rebellin morto in un incidente stradale - foto Ansa

Determinanti per le indagini sono state alcune testimonianze e le immagini registrate dalle telecamere della zona dell'incidente, prime fra tutte quelle del parcheggio del ristorante “La Padana” di Montebello, a poche decine di metri dal luogo dell'impatto.  Alcuni testimoni avrebbero anche fotografato il conducente del mezzo.

Il camionista era già stato condannato in Italia, a Foggia, nel 2001, per essere fuggito dopo un incidente senza prestare soccorso alle persone coinvolte. Pena poi estinta. Nel 2014 inoltre a Chieti gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.

Come è stato individuato l'uomo che ha ucciso Rebellin

I carabinieri in una nota spiegano come sono arrivati a identificare il pirata della strada che ha ucciso Rebellin. Dalle telecamere della zona i militari sono risaliti a un autoarticolato Volvo con targa tedesca. Hanno poi scoperto che il mezzo è di un'impresa di spedizioni tedesca, con sede in Recke (Renania Settentrionale - Westfalia, Germania) e che l'autista era giunto in Italia lo stesso giorno - il 30 novembre - per carichi di merce in un'impresa di spedizioni internazionale con sede nell'Interporto di Verona. Gli accertamenti presso la società veronese - con acquisizione di copia della carta d'identità confrontata con le foto scattate sul luogo dell'incidente - hanno consentito con certezza di identificare il conducente del mezzo, un tedesco di 62 anni, fratello del titolare dell'impresa di trasporti tedesca intestataria dell'autoarticolato. 

L'organo di polizia tedesca di Steinfurt, in contatto con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia Scip, ha poi avvisato le autorità italiane che l'autista del mezzo era in Germania.

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