rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Palermo

Uccisi a colpi d'accetta, chiusi nell'auto in fiamme e sotterrati: pentito svela gli orrori della Mafia

Quattro arresti a Palermo grazie alle dichiarazioni del pentito Antonino Pipitone, capomafia di Carini che ha permesso di far luce sulle trame più oscure della violenza mafiosa e su tanti delitti dimenticati di fine anni '90

PALERMO - Il 22 agosto del 2006: un uomo in motocicletta uccide a colpi di rivoltella Giuseppe D’Angelo, 73enne pensionato, ex titolare di un bar. "Pino" D'Angelo, incensurato, fu ucciso per la sua impressionante somiglianza con il capomafia Bartolomeo Spatola. Per quell'omicidio i boss di San Lorenzo, padre e figlio, e il boss di Carini Antonino Pipitone sono stati condannati all'ergastolo. E proprio Antonino Pipitone, neo collaboratore di giustia, ha permesso ai  carabinieri del Nucleo investigativo di aprire il vaso di pandora della mafia palermitana.

L'ex capomafia pentito fa luce sulle trame più oscure della violenza mafiosa e su tanti delitti dimenticati di fine anni '90, tra questi l'eliminazione nel settembre 2006 del boss Benedetto Spatola, detto Lino, attirato in un tranello al quale si presentò con due regali, un coniglio e una bottiglia di champagne, destinati a coloro che sarebbero diventati poi i suoi carnefici, i capimafia di Tommaso Natale Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e figlio. 

Pipitone si autoaccusa di otto omicidi tra cui quelli di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto e Francesco Giambanco. Per questi delitti quattro boss della della cosca mafiosa di Carini sono finiti in manette questa mattina in seguito ad un provvedimento emesso dalla Procura distrettuale di Palermo diretta da Francesco Lo Voi. Ferdinando Gallina, 39 anni, Giovan Battista Pipitone, 67 anni, Salvatore Cataldo, 67 anni, e Antonino Di Maggio, 62 anni. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia.

Trema Cosa Nostra, si pente il boss di Carini

Il 26 aprile 1999 Giovan Battista Pipitone, Di Maggio e Salvatore Cataldo, in concorso con Gaspare Pulizzi e Vincenzo Pipitone (detenuto), attirarono all'interno di un'abitazione a Carini Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, i quali, ritenuti di avere partecipato alla "lupara bianca" costata la vita a Luigi Mannino, anche lui di Carini e parente di Salvatore Lo Piccolo, e di avere rubato in un supermercato "protetto" da Cosa nostra, vennero uccisi il primo a colpi di accetta, il secondo con un colpo d'arma da fuoco. I cadaveri "vurricati", ovvero sepolti all'interno di una Fiat Uno in una voragine aperta e poi ricoperta da un escavatore: i carabinieri la stanno ancora cercando nelle campagne fra Carini, Torretta, Villagrazia, Capaci e Cinisi, in provincia di Palermo, con l'aiuto di speciali metal detector e di georadar.

Sempre a Carini il 16 dicembre 2000 Ferdinando Gallina, detto Freddy, in concorso con Antonino Pipitone, Pulizzi e Giovanni Cataldo (deceduto), uccisero Francesco Giambanco a colpi di bastone alla testa e nascosero il cadavere nel bagagliaio di un'auto poi data alle fiamme. L'ordine di uccidere Giambanco proveniva dal capomafia di Carini Giovan Battista Pipitone e dal fratello Vincenzo che ritenevano la vittima responsabile della scomparsa di Federico Davì e di alcuni incendi nel territorio.

Lupara bianca, quattro fermi a Carini

Molti dei resti dei morti di mafia non sono stati ancora ritrovati, mentre un piede e altre parti del cadavere di Spatola e di Giovanni Bonanno, altro boss inghiottito dalla lupara bianca, furono recuperati nel fondo Pottino di Villagrazia di Carini. A seppellirli era stato l'altro boss di Carini pentito, Gaspare Pulizzi: quando la polizia si presentò per scavare nel terreno indicato dal collaboratore, trovò Salvatore Cataldo, l'altro boss della mala arrestato oggi, impegnato a fare una buca con un piccolo escavatore. L'uomo, poi condannato, stava cercando di cancellare le prove che avrebbero potuto consacrare l'attendibilità di quel collaboratore di giustizia che aveva messo in crisi la mala del palermitano.


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Uccisi a colpi d'accetta, chiusi nell'auto in fiamme e sotterrati: pentito svela gli orrori della Mafia

Today è in caricamento