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Venerdì, 19 Aprile 2024
Delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco, "Andrea Sempio era spesso in camera di Chiara Poggi"

I verbali del fratello della 26enne uccisa: "Andavamo nella sua stanza per giocare al pc". Intanto parla il genetista che eseguito le nuove analisi per conto della difesa: "L'82% del Dna trovato sulle unghie di Chiara è analogo a quello di Sempio"

"Tra la primavera e l'estate del 2007 io e Sempio rimanevamo nella saletta della tv al piano terra o salivamo al primo piano all'interno della camera da letto di Chiara per utilizzare il suo computer". E' quanto avrebbe dichiarato, interrogato dagli inquirenti dopo il delitto di Garlasco, il fratello di Chiara Poggi, Marco. Lo riferisce il Corriere della Sera, che spiega anche come le dichiarazioni emerse dai verbali contrastino con quanto di recente sostenuto dalla famiglia della vittima e dal papà del nuovo indagato: per loro Andrea non avrebbe mai messo piede in quella casa.

Intanto la difesa di Alberto Stasi è tornata di nuovo sull'argomento che ha riaperto il caso, ovvero le tracce di Dna rinvenute (secondo una perizia di parte) sulle unghie della ragazza uccisa nel 2007 a Garlasco. "Quattordici regioni su 17 del Dna presente sulle unghie di Chiara Poggi sono perfettamente sovrapponibili al profilo genetico del ramo maschile della famiglia di Andrea Sempio, il giovane indagato dalla Procura di Pavia in una nuova inchiesta per l'omicidio della ragazza", ha spiegato a "Oggi" Pasquale Linarello, ex ufficiale del Ris di Parma e oggi direttore della sezione di genetica forense al laboratorio Genoma di Milano.

"Il materiale biologico era non sotto, ma sulle unghie della ragazza. E Francesco De Stefano, incaricato della perizia dai giudici di Milano nel 2014, le analizzò con il metodo del 'lavaggio', immergendo le unghie in un liquido speciale. Quindi quelle tracce provenivano da un contatto e non da un tentativo di difesa della vittima. Io ho fatto la comparazione, partendo dai cosiddetti dati grezzi, fra il risultato della perizia-De Stefano e un profilo genetico che mi era stato consegnato dalla difesa di Stasi. Così è emersa la sovrapponibilità. E non sapevo a chi appartenessero i due profili che mi erano stati affidati" ha aggiunto.

Nei due Dna, ha proseguito, "sono identici i due profili del cromosoma Y. Un cromosoma che non consente di individuare un soggetto, ma la linea maschile della famiglia. De Stefano ha usato un Kit che può analizzare 17 regioni. Quando ha letto il profilo ha trovato che erano leggibili solo 14. Tre erano contaminate. Io, analizzando il lavoro di De Stefano e comparandolo con il profilo genetico che mi era stato consegnato, ho scoperto che il Dna sulle unghie di Chiara appartiene a un soggetto maschile della famiglia Sempio".
 

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