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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia / Palermo

Mafia: Dell'Utri condannato a 7 anni in appello

Dopo otto ore di camera di consiglio confermata la sentenza del processo di secondo grado. In mattinata le parole dell'ex senatore Pdl: "Mangano era una brava persona"

Confermata la condanna di 7 anni di reclusione per l'ex senatore Pdl Marcello Dell'Utri. Questa la decisione della corte d'Appello di Palermo che ha così confermato la sentenza del processo di secondo grado, parzialmente annullato dalla Cassazione un anno fa.

La sentenza è stata pronunciata nell'aula bunker di Pagliarelli alla presenza di Dell'Utri che ha ascoltato il verdetto accanto ai suoi legali. I giudici si erano ritirati in camera di consiglio stamattina poco dopo le 10.40, ascoltate le repliche del procuratore generale, Luigi Patronaggio, e dei difensori di Dell'Utri, gli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Di Peri. Il Pg aveva chiesto la conferma della condanna a sette anni.

Prima che i giudici si ritirassero, Dell'Utri aveva reso dichiarazioni spontanee in aula. Aveva negato di aver mai aiutato la mafia, ma aveva rivendicato ancora una volta i rapporti col boss Vittorio Mangano, lo "stalliere di Arcore", da lui definito "una persona normalissima".

La Corte ha celebrato il processo dopo l'annullamento con rinvio, da parte della Cassazione, della prima sentenza di appello che aveva condannato Dell'Utri a 7 anni, assolvendolo, però, dei reati a lui contestati dal '92 in poi. Nel verdetto la Corte, presieduta da Raimondo Lo Forti, fa riferimento alla sentenza del tribunale che aveva condannato l'imputato a 9 anni e, vista l'assoluzione in appello ormai definitiva dei fatti successivi al '92, si determina la pena a 7 anni di carcere: la stessa pena del primo processo d'appello, annullato dalla Cassazione.

"NON E' PROCESSO POLITICO" - "Questo non è un processo politico". Con queste parole il sostituto procuratore generale di Palermo Luigi Patronaggio ha iniziato le repliche nel processo a carico di Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, prima della sentenza prevista tra questa sera e domani mattina. "Vorrei ringraziare tutti i protagonisti di questo processo - ha spiegato Patronaggio - anche se c'è stato qualche scomposto attacco esterno durante la mia requisitoria. Questo processo non è politico e politica non è stata la requisitoria. Le vicende politiche sono stati passaggi necessari logico-argomentativi presenti nel processo. Non si è mai voluto offendere l'elettorato e le sue scelte sovrane. Nè si è voluta criticare questa o quella compagine politica". Il pg, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a sette anni di carcere per Dell'Utri.

DELL'UTRI: "MANGANO BRAVA PERSONA" - "Il pg ha fatto un 'pentolone' dove ha messo dentro tutto, pure la storia del mondo, per tirare fuori la mia figura come referente della mafia. Ma io vorrei chiarire di non avere introdotto la mafia a Milano, ho introdotto un signore che si chiamava Mangano, un signore normalissimo che frequentava la squadra di calcio Bacigalupo e che si occupava di cavalli. Se questo vuol dire introdurre la mafia come ha detto il procuratore generale non so cosa dire". Lo ha detto Marcello Dell'Utri parlando della replica in aula del pg Luigi Patronaggio prima che i giudici entrassero in camera di consiglio nel processo che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il magistrato ha ripercorso la vicenda giudiziaria di Dell'Utri ribadendo che "per più di trent'anni è stato referente della mafia". Ai giornalisti che gli chiedono in che stato d'animo è, in attesa della sentenza, Dell'Utri ha replicato: "Lo stato d'animo di chi ha fatto un esame di Stato e sta aspettando se passa o meno questo esame". E a chi gli fa notare che la sentenza arriva quando non è più senatore, Dell'Utri dice: "Da non senatore sono più tranquillo e sereno ma anche più libero, altrimenti non sarei qua visto che ora al Senato c'è un casino...".

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