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Sabato, 20 Aprile 2024
PROCESSI

Caso Denise Pipitone, chiesti 15 anni per la sorellastra: "Era gelosa"

Il pm Francesca Rago, nella requisitoria per il processo sulla scomparsa di Denise Pipitone, ha chiesto 15 anni per Jessica Pulizzi, sorellastra della piccola rapita: "Per nessuno Denise simboleggiava quello che simboleggiava per lei"

MARSALA - Ancora non si sa dove sia. Venduta a qualcuno, svanita nel nulla o chissà. Intanto, però, c'è qualcuno che potrebbe cominciare a pagare per la scomparsa della piccola Denise Pipitone, sparita da Mazara del Vallo il primo settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. E quel qualcuno è Jessica Pulizzi, la 26enne sorellastra di Denise ed al momento unica sospettata. Per lei, il pm Francesca Rago, ha chiesto una condanna a 15 anni di carcere perché "è colpevole senza alcun dubbio. Gli indizi sono chiari, univoci e convergenti". 

La richiesta arriva alla fine di una giornata lunga, con una requisitoria a tratti molto dura e con momenti di tensione fra Piera Maggio, la madre della piccola Denise, e Anna Corona, mamma dell'imputata. Durante una pausa del processo, in corso nel Tribunale di Marsala, la Maggio ha rimproverato alla Corona uno sguardo troppo insistente: "Che ci guardi?". Subito dopo, però, Piero Pulizzi, padre sia di Denise che di Jessica, ha riportato la tranquillità prima che ricominciasse la requisitoria del pm.

SCOMPARSA PICCOLA DENISE: NUOVO INDAGATO

Pubblico ministero per il quale "Jessica Pulizzi non ha un alibi convincente per l'1 settembre 2004. Inoltre, per nessuno Denise simboleggiava quello che simboleggiava per lei". Alla base del gesto della Pulizzi, per la Procura di Marsala, quindi, ci sarebbe la gelosia provata da Jessica nei confronti della sorellastra Denise che è nata da una relazione extraconiugale tra Piero Pulizzi e Piera Maggio.

UN ANZIANO SORDOMUTO: "IO L'HO VISTA"

Durante l'udienza, il magistrato ha ricostruito anche le fasi delle indagini spiegando come quella sulla Pulizzi sia l'unica pista praticabile. "Sono state seguite tre direttrici: la ricerca della bambina, controllando e ispezionando con grande dispiegamento di forze ogni pozzo o anfratto. Poi, le indagini sui possibili autori del sequestro e infine l'attività di riscontro alle segnalazioni, anche quelle anonime - ha spiegato la Rago - È stato fatto tutto quello che si doveva fare, nessuna pista è stata scartata. Neppure quella degli zingari, legata però a credenze popolari. Il tempo, comunque, dal punto di investigativo, non è passato invano. Tutte le piste alternative all'imputata Jessica Pulizzi sono state escluse perché prive di riscontro e prive dell'elemento fondamentale". 

jessica_pulizzi-2"Il fatto che in questi anni Denise non sia stata trovata e che non siano stati individuati i complici a cui successivamente è stata consegnata la bambina non significa che Jessica, che non può aver agito da sola, sia innocente», ha sostenuto il magistrato nella sua requisitoria. "Il suo telefono cellulare - ha continuato - quando sparì Denise, è stato agganciato da una cella nella zona dell'abitazione di Piera Maggio. Jessica ha, poi, mentito agli inquirenti quando ha detto di essere stata rimasta a casa tutta la mattina dell'1 settembre 2004". E la frase, ascoltata a telefono, "a casa c'ha purtaì", "A casa l'ho portata", non può che essere una "confessione".

Cinque anni e mezzo sono stati invece chiesti per Gaspare Ghaleb, 28 anni, ex fidanzato di Jessica, imputato di false dichiarazioni al pubblico ministero. Il pm ha, infine, chiesto la trasmissione degli atti in Procura per procedere per falsa testimonianza contro Francesca Adamo, collega di lavoro di Anna Corona, madre di Jessica. Domani sarà il turno dei legali di parte civile.

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