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Sabato, 23 Settembre 2023
"Jessica era pronta a compiere atti contro Piera Maggio" / Trapani

Denise Pipitone, la testimonianza dell'ex fidanzato di Jessica Pulizzi: "Ce l'ammazzasti a chidda?"

Le parole di Fabrizio ai carabinieri e nel processo messe a confronto a Chi l'ha visto? ieri. "Voleva bruciare la macchina di Piero Maggio. E io secondo lei avrei dovuto aiutarla come prova d'amore"

Fabrizio, l'ex fidanzato di Jessica Pulizzi, è il protagonista delle indagini dei carabinieri sulla scomparsa di Denise Pipitone e del servizio di ieri a Chi l'ha visto?. Tutto comincia da un'intercettazione in cui lui dice a lei "Ce l'ammazzasti a chidda?". 

Denise Pipitone, la testimonianza dell'ex fidanzato di Jessica Pulizzi

Nell'intercettazione i due sono in una campagna e stavano per appartarsi. Al processo, Jessica ha sempre detto di riferirsi a delle galline: in quel casolare infatti per accedere bisognava scavalcare un muretto e saltando si finiva tra le galline, col pericolo di schiacciarne qualcuna. Ma nelle sue prime dichiarazioni agli inquirenti proprio Fabrizio escluse la presenza di galline. In più, come già aveva fatto notare l'avvocato Giacomo Frazzitta durante il processo, l'ex di Jessica le chiede “hai ammazzato a chidda?” prima che la ragazza scavalchi il cancello. Quindi “chidda” non poteva essere riferito ad una gallina. 

Il racconto della trasmissione comincia il 14 gennaio 2006, quando Fabrizio finisce davanti ai carabinieri. E racconta di conoscere Jessica da anni, di aver avuto una relazione con lei fino al 2003. Ma di non averci più parlato da quando ha chiuso con lei. Anche dopo la scomparsa di Denise. Poi si parla di Gabriele Ghaleb, nuovo fidanzato di Jessica. Ma poi l'intercettazione, che risale a dicembre 2004, ovvero a tre mesi dalla scomparsa di Denise, lo smentisce. E allora lui ammette di aver incontrato Jessica nel 2004 e racconta che quella mattina si sono visti vicino al forno di un suo amico prima di andare a casa di un amico. 

Nell'occasione lui le chiede di Denise perché lei aveva manifestato propositi di vendetta nei confronti di Piera Maggio, compresa la possibilità di bruciarle la macchina: "Notavo che lei era pronta a compiere atti contro Piera Maggio perché le aveva rovinato la famiglia. La chiamava troia, puttana, zoccola". Ma nel processo Fabrizio cambia versione e dice che Jessica non nominava mai Piera Maggio. Nel verbale del 2006 non si parla di galline, e quando torna a raccontare Fabrizio chiede a Jessica come vada: "Così come ho sofferto io adesso soffrono gli altri", dice lei a lui. Lì lui pronuncia la frase: "Ce l'ammazzasti a chidda?", ma nella testimonianza dice di non ricordare a cosa si riferissero. 

"Jessica era pronta a compiere atti contro Piera Maggio"

Fabrizio racconta di loro due che entrano all'interno dell'abitazione. Ma questo lo smentisce a processo e quando il giudice gli fa notare la contraddizione dice di non ricordare. E sostiene di essersi confuso. Il racconto dell'ex fidanzato invece è diverso nella testimonianza: dice che frequentava alcune persone per colpa sua, si metteva a piangere e gli diceva che da quando lui l'aveva lasciata non ci stava più con la testa. Fabrizio dice che si tratta quasi di una confessione e che per questo non hanno avuto rapporti sessuali. Ma da quel momento ha paura di quello che ha sentito: "Mi sono spaventato, ce ne siamo andati... parlo di confessione? Già dicendogli che mi parla di questa zoccola che mi sfascia la famiglia...meglio di questo sono confessioni?". Ma, precisa Fabrizio, da questo non si evince che lei avesse "commesso qualcosa". 

Intanto i magistrati stanno riesaminando la vecchia inchiesta e sono tornati ad indagare, a diciassette anni di distanza dalla sparizione della piccola da Mazara del Vallo, per capire se ci sono stati depistaggi o errori avvenuti nei primi giorni dell'inchiesta. "Sono una mamma sofferente da 17 anni - ha detto Piera Maggio, presente alla conferenza stampa di presentazione della proposta di istituzione di una commissione d'inchiesta sulla scomparsa della bambina - . Oggi posso dire che lo Stato finalmente c'è, chiediamo allo Stato di fare luce sulla vicenda. La mia bambina, ora diventata 'la figlia d'Italia', è stata strappata ai suoi genitori, alle sue abitudini, ai suoi affetti. Viviamo un calvario da 17 anni e ci troviamo ancora qui a lottare per lei - ha spiegato la donna -. Non si può fare del male a una bambina per ritorsioni personali: Denise non è scomparsa da sola, non si è volatilizzata né è stata rapita dagli alieni, ma è stata presa da una mano vigliacca che l'ha portata via dal nostro amore".

Da quel giorno i due non si vedranno più. Anche se lei continua a cercarlo: chiama la madre per chiedere il suo nuovo numero, ma lei non glielo dà. 

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