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Giovedì, 25 Aprile 2024
nessun colpevole / Palermo

Processo depistaggio su Borsellino: nessun colpevole, prescrizione per due poliziotti

La prescrizione salva due dei tre poliziotti per i quali l'accusa aveva chiesto pene altissime, cade l'aggravante mafiosa

Si è concluso il processo di Caltanissetta sul depistaggio riguardante la morte del giudice Paolo Borsellino, ucciso nella strage di via D'Amelio insieme ai cinque agenti di scorta. Il collegio presieduto da Francesco D'Arrigo ha assolto il poliziotto Michele Ribaudo, mentre per gli altri due colleghi, Mario Bo e Fabrizio Mattei, è scattata la prescrizione. Secondo i giudici è caduta l'aggravante mafiosa. Ribaudo, Bo e Mattei, che indagarono sulla strage del 19 luglio 1992, erano accusati di calunnia in concorso aggravata dall'avere favorito la mafia. La vicenda è quella relativa al falso pentito Vincenzo Scarantino, che secondo l'accusa sarebbe stato costruito a tavolino e costretto a mentire.

Il poliziotto Michele Ribaudo è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato". E' quanto si legge nel dispositivo della sentenza del processo sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio appena emessa dal Tribunale di Caltanissetta. Per gli altri due poliziotti, Mario Bo e Fabrizio Mattei è stata invece decisa la prescrizione del reato perché è decaduta l'aggravante mafiosa. 

Il legale della famiglia: "Stato in ritardo"

"Questa è una sentenza che raccordandosi col verdetto del Borsellino quater ci consente di individuare Bo e Mattei come concorrenti nel reato di calunnia. Il fatto che lo Stato ha esercitato in ritardo la potestà punitiva li ha posti al riparo, però è una sentenza che non ci soddisfa, ma ci prendiamo quel che di buono c'è". Così l'avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale della famiglia Borsellino, dopo la lettura della sentenza.

"Aspetteremo di leggere le motivazioni per capire eventualmente quali sono gli aspetti che potranno costituire motivi d'appello ha detto  Trizzino - Il Tribunale non ha accolto la nostra ricostruzione specie all'aggravante è una sentenza che va rispettata. Il dato che vorrei evidenziare è che il dottore Bo e l'ispettore Mattei hanno commesso la calunnia. La prescrizione li salva perché i fatti sono risalenti a quasi trent'anni fa, l'elemento della calunnia rimane".

"Evidentemente non c'erano gli elementi per assolverli... Diciamo che dopo 30 anni, nonostante il depistaggio, un altro pezzetto di verità viene fuori. Certo, l'effetto dirompente non ci sarà ma i poliziotti Bo e Mattei non potranno dire che non c'entrano con il reato". Lo ha detto all'Adnkronos l'avvocata Rosalba Digregorio, legale di parte civile del processo depistaggio sulla strage di via D'Amelio, dopo la sentenza. Digregorio è la legale di Gaetano Murana che venne condannato ingiustamente all'ergastolo per la strage.

Strage Borsellino, chi sono i tre poliziotti accusati di avere depistato le indagini

I legali dei poliziotti: "Tuteleremo l'onore"

"La sentenza è stata esaustiva perché ha rinviato gli atti in Procura per il reato di calunnia nei confronti di Scarantino. Allora ritenere che la calunnia da parte sua vi sia stata e assolvere Ribaudo significa che anche in questo processo Scarantino è stato ritenuto un calunniatore come in tanti processi precedenti e Ribaudo e' stato assolto. Il fatto che sia stata dichiarata la prescrizione non significa affatto che siamo in presenza di elementi univoci sulla responsabilità di Bo e Mattei. Dovremo analizzare le motivazioni per capire il percorso dei giudici". Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Seminara, legale di Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, due dei tre poliziotti imputati al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio. "Certamente è stata esclusa l'aggravante. Ove vi fosse un solo elemento nella sentenza che possa turbare l'onore dei miei assistiti presenteremo appello", ha detto.

"E' una sentenza che non ci soddisfa perché riteniamo che i nostri assistiti sono completamente estranei ai fatti contestati. Leggeremo le motivazioni e capiremo il da farsi" ha aggiunto dopo la sentenza del processo l'avvocato Giuseppe Panepinto, legale del funzionario di polizia Mario Bo.

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