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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'allarme del ministro: "In Italia 39 detenuti convertiti alla jihad in carcere"

"Seguiamo con grandissima attenzione il fenomeno del rischio di radicalizzazione jihadista in carcere", ha detto il Guardasigilli Andrea Orlando

Sono 300 i detenuti in carceri italiane monitorati e, tra di essi, 39 coloro che sono effettivamente coinvolti, con adesione alla jihad o contatti in rete, in fenmomeni di radicalizzazione: lo ha riferito il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

"Seguiamo con grandissima attenzione il fenomeno" del rischio di radicalizzazione jihadista in carcere, ha detto il Guardasigilli intervistato a Uno Mattina (Rai Uno). "Per il momento numeri contenuti e strettamente monitorati, ma non possiamo sottovalutare il fenomeno", tanto più che la radicalizzazione è avvenuta "in altri paesi in tempi relativamente brevi" e in carcere "sicuramente sono possibili forme di radicalizzazione molto rapida". L'Europa "sta riflettendo su come gestire le carceri" da questo punto di vista, ha detto Orlando, indicando l'esempio della Gran Bretagna che "ha deciso di usare di più le pene alternative, naturalmente non per chi ha compiuto reati gravi", e sottolineando che "chi è disponibile a farsi esplodere non ha nessuna paura del carcere anche quando si inaspriscano le pene".

In generale, ha sottolineato Orlando, in Italia il tema del sovraffollamento è serio ed è stato affrontato dal Governo. Se in passato si è rischiato di arrivare a 70mila detenuti, attualmente in carcere ci sono 54mila persone. "Contrariamente a quel che si dice questa diminuzione è avvenuta contestualmente all'aumento di pene alternative, che da 11mila sono passate a quasi 40mila", ha sottolineato il ministro della Giustizia, ricordando che per i reati meno gravi "diminuisce il tasso di recidiva" e, grazie ai servizi sociali, "si restituisce alla società quel che è stato tolto con la violazione compiuta".

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