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Venerdì, 19 Aprile 2024
il caso

Yara, parla l'avvocato di Bossetti: "Chi l'ha chiamato assassino dovrà scusarsi"

Claudio Salvagni, legale dell'ex carpentiere di Mapello: "Stiamo cercando di dimostrare con dati scientifici e con ragionamenti logici come le accuse siano fondate sul nulla"

E' in carcere dal 16 giugno 2014, è l'unico imputato, lo inchioda secondo l'accusa la "prova regina", quella del Dna, ma gli avvocati del presunto assassino di Yara Gambirasio sono intenzionati a dare battaglia fino all'ultimo.

Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione "Legge o giustizia", condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, in merito al processo sulla morte della ragazzina di Brembate: "In aula c'è un clima incandescente per gli scontri tra accusa, difesa e parte civile - ha spiegato Salvagni -. Non è certo la difesa che ha voluto alzare i toni dello scontro, noi stiamo solo cercando di dimostrare con dati scientifici e con ragionamenti logici come le accuse siano fondate sul nulla. Se non per quell'aspetto del dna che dovrà ancora essere discusso".

E ha aggiunto: "Quando non si hanno argomentazioni tecniche si scade nel personale. Stupisce che siano stati spesi i soldi dei contribuenti per fare indagini sui consulenti della difesa. Non è il processo ai consulenti della difesa, è il processo a Massimo Bossetti. Tutti ricordiamo il giorno dell'arresto di Bossetti quello che disse il ministro dell'interno Alfano. Questo processo nasce e si sviluppa sotto questa luce. E' sotto gli occhi di tutti come quest'uomo e la sua intera famiglia sono stati massacrati. Anche qualora fosse assolto, i segni indelebili di questo massacro resteranno sulla pelle della moglie, dei figli e di tutta la famiglia. Chi ha detto che Bossetti è l'assassino dovrà chiedere scusa, ma non credo che le scuse basteranno".

Per Ezio Denti, consulente degli avvocati che difendono Bossetti: "è evidente che si tratta di un processo politico. Non si può assalire un consulente come ha fatto la pm Ruggeri nei miei confronti, mettendo in dubbio i miei titoli di laurea. Invece di iniziare un contraddittorio sono stato assalito sul piano personale. E' successo anche con l'altra consulente, la dott. Ranalletta, che ha portato ipotesi eccellenti e nel controesame le è stato chiesto se lavorasse per l'Asl. La Presidente Bertoja, donna stimabilissima e molto preparata, è stata molto corretta. Ha capito che c'era un accanimento personale e venerdì, prima dell'udienza, ha avvertito che non avrebbe accettato altre insinuazioni sui consulenti. Credo fosse chiaro il riferimento alla pm Ruggeri".

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