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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Milano

Sul binario dell'ingiustizia, disabile cacciato dal treno: "Ce n'è già un altro"

Edoardo, un uomo di 45 anni in sedia a rotelle, è stato fatto scendere da un convoglio Trenord insieme alla sua badante. L'azienda ha chiesto scusa e si è giustificata così: “Doveva avvertire 48 ore prima”, il fratello avvocato ci ha spiegato come sono andati i fatti 

“Sul treno c'è già un altro disabile, in due siete troppi”: questa la frase con cui un controllore di un convoglio regionale di Trenord ha 'liquidato' e fatto scendere Edoardo Lucheschi, 45enne disabile al 100%, costretto sulla sedia a rotelle da 18 anni. La vicenda ha avuto luogo venerdì scorso quando Edoardo, insieme alla sua badante, è salito sul treno alla stazione Cadorna, a Milano, per andare a Bovisa a prendere la figlia della donna. Un breve tragitto, lungo una manciata di chilometri. Così Edoardo si è seduto tranquillo vicino alla donna, fino all'arrivo del controllore che gli ha intimato di scendere dal convoglio in quanto era già presente un altro disabile e che Edoardo avrebbe dovuto fare richiesta con 48 ore di anticipo

Presa coscienza del divieto, Edoardo è tornato a casa e, nonostante la rabbia, ha raccontato tutto al fratello Stanislao Lucheschi, che di mestiere fa l'avvocato. Proprio a lui abbiamo chiesto delucidazioni su quanto avvenuto con Trenord: "Ho scritto subito una lettera a Trenord riportando l'accaduto e chiedendo eventuali danni a causa di questo comportamento umiliante nei confronti di mio fratello”. Cosa ha risposto Trenord? Come confermato dallo stesso avvocato Lucheschi a Today, con l'azienda c'è stato uno scambio di mail: “L'azienda si è detta dispiaciuta per l'accaduto, giustificandosi con il regolamento che prevede un preavviso di 48 ore per i disabili che hanno bisogno di supporto. Peccato che mio fratello, essendo in compagnia della donna che lo accudisce, non aveva bisogno di alcuna assistenza".

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In effetti il regolamento sul sito di Trenord è chiaro, serve un preavviso di 48 ore per i viaggiatori con disabilità che necessitano di assistenza, ma nel caso in cui non sia necessario il supporto, un disabile dovrebbe essere libero di prendere il treno che desidera. 

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"Probabilmente è stata un'errata interpretazione del regolamento", ha aggiunto Stanislao Lucheschi, che sulla possibilità di una eventuale denuncia preferisce attendere: "Vediamo quale sarà la posizione di Trenord e poi decideremo come muoverci".

Nel frattempo l'azienda si è scusata, dicendo di aver aperto un'indagine interna per chiarire l'accaduto.

"Siamo profondamente rammaricati per quanto accaduto e ci scusiamo con la persona che ha subìto l’allontanamento dal treno. Mentre abbiamo aperto un’indagine interna, abbiamo preso contatto con il nostro cliente per poterlo incontrare presto. Il fatto segnalato non doveva accadere e non rappresenta lo standard del servizio di assistenza che offriamo ogni anno a oltre 21mila persone, per circa 60 viaggi al giorno"

Una magra consolazione, che non servirà molto a tirare su il morale di Edoardo: "Per persone con disabilità avvenimenti dio questo genere hanno un impatto molto forte – ha concluso l'avvocato - Per uno come mio fratello è difficile trovare il suo equilibrio e la sua serenità, episodi come questo non fanno che peggiorare la situazione". Rispettare i regolamenti è una cosa giusta e legittima, ma in alcuni casi, un pizzico di flessibilità (e di cuore) in più non farebbe male.

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