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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso / Roma

"Quanto ti vergogni del tuo familiare disabile?", le domande choc del questionario per i caregiver

Chi ha fatto richiesta dei sussidi pubblici si è visto presentare un modulo con una serie di quesiti. La rivolta sui social: "Lesa la dignità". I promotori replicano: "Serve per misurare lo stress"

"Quanto ti vergogni del tuo familiare disabile?". La domanda choc è stata inserita in un questionario sottoposto ai cittadini che hanno fatto richiesta dei sussidi pubblici al Comune di Nettuno (Roma). Il modulo è poi stato ritirato, ma il dietrofront non spegne la polemica. Andiamo con ordine e vediamo cosa è successo.

Chi richiede il contributo previsto per i nuclei familiari con persone disabili deve compilare una serie di moduli e rispondere ad alcune domande. Chi ha presentato istanza al Comune di Nettuno ha dovuto rispondere a interrogativi di questo tenore: "Da zero a quattro quanto ti vergogni del tuo familiare?", "Quanto risentimento provi nei suoi confronti?", "Quanto non ti senti a tuo agio quanto hai amici in casa?". 

Secondo le intenzioni di chi lo ha formulato, il questionario dovrebbe rilevare impegno e stress di chi accudisce le persone con disabilità, i cosiddetti caregiver. (E deve essere corredato dell'Isee). I quesiti, l'avere dato per scontato la "vergogna" e il "disagio" hanno fatto nascere la polemica. 

Il Comune di Nettuno ha reagito sospendendo la somministrazione del questionario "per un approfondimento con il competente Dipartimento della Regione Lazio". La stessa Amministrazione, in una nota, spiega che il modulo era "inserito nelle linee guida regionali e utilizzato da altri Comuni della regione nonchè in altre regioni d'Italia. E' stato recepito - si legge - dal distretto socio sanitario territoriale prima di essere sottoposto alle famiglie. Il questionario è uno strumento scientifico indicato da una delibera di Giunta regionale tra i possibili strumenti da utilizzare da parte dei Comuni e consiste in una modalità di autovalutazione (percezione soggettiva dello stress), semplice ma efficace, riferita a cinque differenti aspetti della condizione di caregiver familiare: carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo (percezione soggettiva). L'obiettivo è quello di individuare idonee misure di sostegno per le famiglie interessate". 

Il caso quindi non riguarda solo Nettuno. "Comprendiamo e condividiamo lo sdegno per il questionario presentato dal Comune di Nettuno - afferma il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Chiara Colosimo (Fdl) - ma ricordiamo che oltre un mese fa, insieme ad alcune associazioni, abbiamo denunciato lo stesso scempio compiuto da Roma Capitale. Infatti l'amministrazione capitolina ha presentato la stessa scheda, probabilmente a seguito della richiesta di informazioni delle linee guida regionali per il riconoscimento del caregiver famigliare, in cui tra le cose si cerca di capire quanto siano stressati i caregiver e non come sostenerli. Le domande che non solo a nostro avviso sono illegittime non si capisce a cosa servano, ma offendono la dignità delle persone che fanno la cosa più bella del mondo, cioè si prendono cura dei propri cari, praticamente sempre supplendo alla mancanza delle istituzioni" 

Critiche arrivano anche dal Pd. Per Eleonora Mattia, presidente IX commissione al Consiglio regionale del Lazio, le istituzioni "devono essere argine alle discriminazioni e fornire strumenti per superare i divari e le disuguaglianze, tra cui quelle legate alla disabilità, con un forte impatto sul livello di governo locale. Offrire servizi e pari opportunità di fruirne, così come garantire la tutela dei diritti, anche dei caregiver, è compito dell'ente. Reputo inaccettabile e imbarazzante che un Comune possa presentare ai suoi cittadini una simile modulistica, che non offende solo le persone con disabilità e i loro familiari, ma ogni uomo e ogni donna che credo nei principi di dignità e uguaglianza".

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