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Venerdì, 29 Marzo 2024
Clinica degli orrori / Palermo

Disabili e pazienti picchiati e lasciati senza cibo: 17 arresti

L'orrore scoperto in una struttura gestita da una onlus in provincia di Palermo: gli ospiti della struttura venivano insultati e maltrattati. Coinvolto anche un funzionario della Asp

Invece di prendersi cura degli ospiti della clinica, erano soliti picchiarli e umiliarli. Le immagini delle telecamere nascoste hanno permesso di svelare l'orrore che avveniva in una struttura gestita da una onlus in provincia di Palermo, convenzionata con l’Asp e pagata con fondi pubblici e che ospita 23 persone: disabili e pazienti maltrattati, lasciati senza cibo e trascinati come sacchi e rinchiusi in isolamento.

I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del gip di Termini Imerese che ha disposto il carcere per dieci persone e gli arresti domiciliari per altre sette. Trentacinque in tutto gli indagati accusati a vario titolo dei reati tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture. Con lo stesso provvedimento il giudice ha disposto il sequestro preventivo della stessa onlus nonché di beni e disponibilità finanziarie per un totale di 6,7 milioni di euro. L'operazione è stata denominata "Relax".

Sequestro da 6,2 milioni di euro

Le indagini delle fiamme gialle, coordinate dalla procura di Termini, si sono sviluppate attraverso due filoni paralleli. Il primo ha riguardato l’amministratore e i soci della onlus che, ricostruiscono gli investigatori, sarebbero riusciti a conseguire l’accreditamento con la Regione e la successiva convenzione con l’Asp di Palermo grazie all’utilizzo di documentazione falsa, ottenendo nell’ultimo quinquennio, sotto la veste del no profit, erogazioni pubbliche per 6,2 milioni di euro. Di questi, circa 470 mila sarebbero stati utilizzati per fini privati come la liquidazione di compensi non dovuti, l’acquisto di auto, il pagamento di viaggi o alberghi e non per il fabbisogno dei pazienti o l’adeguamento della struttura.

La "protezione" di un funzionario dell'Asp

"Oltre all’ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di malversazione - ricostruiscono dalla guardia di finanza - vengono contestati anche episodi di corruzione di un funzionario dell’Asp di Palermo che avrebbe asservito stabilmente la propria funzione agli interessi economici dell’associazione" in cambio della "assunzione del figlio e della nuora". "Noi siamo sotto la scopa dell’Asp, perché il padre del nostro amministrativo - diceva una delle persone intercettate - è una specie di funzionario dell’Asp che ci tiene… ci tiene sotto". "C’era il papà di… - aggiungeva un’altra - che vi copriva, sareste finiti sui giornali, e se non vi facevate un procedimento penale… incuria, maltrattamenti, dal punto di vista sanitario, igienico… mancanza di personale, tuffa, di tutto c’è, firme false, di tutto c’era".

Niente scrupoli per i fragili ospiti del centro

Tra le accuse anche quella di "frode nelle pubbliche forniture, essendo state fornite prestazioni sanitarie in favore dei pazienti ben lontane dagli standard qualitativi previsti". L’altro filone investigativo, infatti, si è concentrato sulle condizioni degli ospiti del centro e sul lavoro svolto da sanitari e paramedici che, come emerso, avrebbero “posto in essere numerose e reiterate condotte attive e omissive, sottoponendo i pazienti a maltrattamenti tali da cagionare gravi sofferenze e umiliazioni. In particolare, senza scrupoli per la condizione di fragilità psico-fisica degli ospiti, tutti affetti da gravi disabilità intellettive e psichiatriche, il personale" avrebbe "sistematicamente fatto ricorso alle punizioni (come il digiuno), alle percosse (come strattonamenti, calci, schiaffi) e alle offese gratuite e denigranti, sottoponendo quotidianamente diversi pazienti a gravose ed immotivate limitazioni della propria libertà personale".

Il digiuno, i sedativi e la "stanza del relax"

Per fare ciò li avrebbero "richiusi sia di giorno che di notte - ricostruiscono dalla Finanza - all’interno di un locale di pochi metri quadrati completamente vuoto e privo dei servizi igienici, denominato ‘stanza relax’, dove i disabili rimanevano spesso per diverse ore, a volte al buio". Durante l'isolamento "implorava di uscire e supplicavano per avere acqua o cibo”, arrivando a "dovere espletare i propri bisogni fisiologici sul pavimento". Da qui la contestazione del reato di tortura formulata dal gip il quale ha evidenziato che gli ospiti del centro sono stati "sottoposti ad un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità" e hanno "scontato quotidianamente la pena della loro disabilità subendo torture sistematiche che aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo".

Le indagini hanno consentito inoltre di evidenziare l’arbitraria e massiccia somministrazione di terapie farmacologiche in danno degli ospiti disabili della struttura, non giustificata da ragioni medico-sanitarie ma dalla volontà degli operatori di mantenere sedati i pazienti riducendo l’impegno e il rischio di potenziali complicazioni nel corso dei loro turni di lavoro.

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