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Venerdì, 19 Aprile 2024
SENTENZE

Un dito nella scollatura della collega, condannato per ingiuria: "Non è violenza"

Un'impiegata di una ditta bergamasca aveva denunciato per violenza sessuale un collega che le aveva infilato un dito nella scollatura. Il gup ha derubricato il reato in ingiuria e lo ha semplicemente multato

ROMA - Per lei era una violenza, e per quello lo aveva denunciato. Per il giudice era un'ingiuria, e per quello lo ha condannato. A pagare, con un risarcimento da mille e cinquecento euro, sarà un operaio bergamasco, collega della vittima. La sua colpa, secondo quanto denunciato dalla donna - una trentacinquenne impiegata -, è stata infilarle un dito nella scollatura durante un normale giorno di lavoro. Lei, a ottobre 2013, aveva sporto denuncia per violenza, ma mercoledì il tribunale ha deciso di derubricare il reato in "ingiuria". 

La disavventura della donna comincia poco più di un anno fa. E' impiegata in una ditta della provincia di Bergamo che si occupa di ristorazione. Si trova bene, racconta il Corriere della Sera, mai avuto un problema, col titolare anzi ha instaurato un rapporto di fiducia. I primi problemi, però, nascono con il fratello del proprietario, un quarantenne al quale - ammetterà poi lui stesso al giudice - piace scherzare. Ma una mattina evidentemente lo scherzo va un po' oltre, almeno secondo l'impiegata. 

I due, ricostruisce sempre il Corsera, si incrociano in corridoio. Lui ha le mani impegnate a spingere un carrello. Nell’attimo in cui la trentacinquenne gli passa accanato, toglie la presa e le punta un dito tra i seni. "Le ho toccato lo sterno", spiegherà al giudice. Ma quel "tocco allo sterno" per la donna è un incubo: un ritorno a quel passato di violenze subite da un parente. A nulla serve un sms di scuse del titolare: decide di lasciare il lavoro e denunciare l'uomo, che nei giorni successivi aveva continuato a "scherzare" a modo suo. 

La Procura, pur riconoscendo l’attenuante della minore gravità, ha chiesto la condanna per violenza sessuale a otto mesi nel processo con rito abbreviato. Il gup invece ha scelto di condannare l’imputato per ingiuria, con una multa da mille e cinquecento euro. Fu un gesto deplorevole ma non un’aggressione. Almeno secondo il giudice. 

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