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Venerdì, 19 Aprile 2024
CRONACA

Il divorzio diventa breve: la rivoluzione in cinque punti

L'ok definitivo della Camera al ddl è arrivato con 398 sì, ventotto no e sei astensioni. Critiche dalla stampa cattolica. Ecco tutte le novità del provvedimento

ROMA - Diventa legge in Italia il divorzio breve: il via libera definitivo della Camera al ddl è arrivato con 398 sì, ventotto no e sei astensioni. Non saranno più necessari i tre anni di separazione finora richiesti per sciogliere il matrimonio. Su Twitter, il premier Matteo Renzi ha commentato: "Il divorzio breve è legge. Un altro impegno mantenuto. Avanti, è #lavoltabuona".

LE CRITICHE - "Da oggi in Italia basteranno appena sei mesi per rompere il legame matrimoniale ed essere divorziati; al massimo un anno, se si decide di ricorrere al giudice, contro i tre anni che servivano fino a oggi". Lo scrive il sito del settimanale cattolico "Famiglia Cristiana", in un articolo che dà conto del provvedimento approvato in via definitiva dalla Camera. "Un tempo - si fa notare - che diversi esperti, psicologi e mediatori familiari, considerano necessario per consentire alla coppia quantomeno di riflettere sulla propria decisione. Soprattutto se ci sono di mezzo i figli. Non sono poche le coppie, dopo un attento esame e una pausa di rimeditazione, hanno cambiato idea e non si sono più separate". "Il Parlamento ha offerto una prova di forza trasversale a danno, ancora una volta, della famiglia", critica il settimanale.

Ecco le novità introdotte dal provvedimento in cinque punti.

 - Separazioni giudiziali. Nelle separazioni giudiziali si applica la riduzione da tre anni a dodici mesi della durata minima del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio.

 - Separazioni consensuali. Nelle separazioni consensuali si applica la riduzione a sei mesi della durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che permette la proposizione della domanda di divorzio; il termine più breve è riferito anche alle separazioni che, inizialmente contenziose, si trasformano in consensuali.

 - Separazioni in corso. La cessazione del matrimonio può essere chiesta da uno dei coniugi o da entrambi se è stata pronunciata con sentenza passata in giudicato la separazione giudiziale fra i coniugi, ovvero è stata omologata la separazione consensuale ovvero è intervenuta separazione di fatto quando la separazione di fatto stessa è iniziata almeno due anni prima del 18 dicembre 1970.

 - Separazione dei beni. Sono anticipati i tempi della separazione dei beni, che le norme finora vigenti fissano al momento del passaggio in giudicato della sentenza di separazione personale e che, con il via libera al provvedimento, avviene invece nel momento in cui il giudice autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale.

 - Affidamento dei figli. Per quanto riguarda l'affidamento dei figli e il loro mantenimento, la sentenza del giudice sarà valida anche dopo l'estinzione del processo, fino a che non sia sostituita da un altro provvedimento emesso a seguito di nuova presentazione del ricorso per separazione personale dei coniugi in seguito a un ricorso per il divorzio.

IL PARERE DEI MATRIMONIALISTI - "Finalmente, con il varo della legge che introduce il divorzio breve in Italia, il diritto di famiglia italiano entra in Europa". Così ha affermato in una nota l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani. "Il sigillo della Camera apposto oggi - ha commentato il legale - segna una nuova era. Quando le separazioni sono consensuali e non ci sono particolari difficoltà, in teoria si potrebbe sciogliere il matrimonio in 8/9 mesi. Restano invece le criticità di sempre per le separazioni giudiziali: il termine di 12 mesi per proporre il divorzio dall'inizio della separazione è assolutamente ottimistico, conoscendo i tempi della giustizia italiana. Pertanto nelle procedure contenziose l'attesa resterà lunga, considerato che per chiedere il divorzio bisogna definire con sentenza la separazione". Gassani ha poi continuato: "La legge che introduce il divorzio breve va salutata positivamente e considerata come il primo passo per arrivare all'abrogazione della inutile fase della separazione". E quindi: "Adesso urgono riforme non più a costo zero per il varo del Tribunale per la Famiglia, che presuppone investimenti importanti e soprattutto una normativa che offra una minima tutela alle coppie di fatto, che sono una realtà indiscutibile".

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