Domenico Montanari impiccato nella sua macelleria: "Non fu suicidio"
L'uomo è stato trovato cadavere nel suo negozio nel luglio del 2019. Adesso due persone sono indagate per omicidio volontario in concorso. Il punto sulle indagini
Svolta nel caso di Domenico Montanari, il macellaio di 64 anni trovato impiccato nel suo negozio il 26 luglio del 2019 a Faenza (Ravenna). Inizialmente si era pensato a un suicidio, ma adesso le indagini hanno preso un'altra strada. Due persone, un ex vigile urbano di 53 anni e un uomo di 40 anni di origine albanese ma domiciliato in zona, sono indagate per omicidio volontario in concorso.
L'avviso di garanzia è partito lunedì scorso dopo alcuni accertamenti su apparecchi elettronici dei due indagati, in particolare su un cellulare sequestrato nel 2019 all'ex vigile e per il quale l'indagato non aveva mai fornito la password.
Come riportato dalla stampa locale, l'ex vigile era già stato coinvolto nelle indagini. Inizialmente era stato accusato di istigazione al suicidio, poi aveva prevalso la morte come conseguenza di altro reato cioè l'usura. La Procura ipotizzava che il 53enne si facesse cambiare dal macellaio sia i propri assegni sia quelli compilati da altre persone tra suoi debitori. Ipotesi nata anche per via di alcuni bigliettini lasciati dal macellaio.
Adesso è emerso che la mattina della morte di Montanari, l’ex vigile urbano si era recato proprio nel suo negozio di macelleria per una proposta d’acquisto della casa da parte di una terza persona. Al vigile, oltre alla morte del macellaio come conseguenza dell'usura, erano state contestate anche una maxi-truffa a due anziane gemelle, una truffa a due coniugi che volevano riscuotere il risarcimento per un incidente stradale, un'estorsione a un collezionista e a un noleggiatore di auto di lusso (questa gli era valsa il licenziamento) per una condanna complessiva di 5 anni e 10 mesi.
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