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Sabato, 20 Aprile 2024

Scopre di avere la leucemia mentre è incinta: mamma e bimbo salvati con terapia innovativa

La donna era al sesto mese ed è stata seguita dai medici del Policlinico. Per la prima volta in Italia è stato portato avanti un approccio non tossico. Niente chemio quindi, per consentirle di dare alla luce il suo Andrea

Sorride e ancora oggi non riesce a credere di poter raccontare la sua storia. Marzia Mocera, 32 anni, oggi può stringere tra le sue braccia il piccolo Andrea, nato il 23 aprile scorso. Il suo caso, il primo in Italia, è stato presentato oggi in conferenza stampa nei locali della direzione generale del Policlinico universitario Giaccone. Quando è al sesto mese di gravidanza, la donna ha (come spesso accade con questa malattia) un'importante emorragia, con ecchimosi diffuse in tutto il corpo, più evidenti nelle parti esposte e negli arti. Per questa ragione si reca al pronto soccorso, dove viene sottoposta a esami di routine. Scopre così di essere affetta da leucemia acuta promielocitica, una forma che si manifesta con quadro di grave coagulopatia che mette a rischio di vita la paziente, specialmente nei primi giorni, con elevato tasso di mortalità per emorragia maggiore.

A differenza degli altri tipi di leucemia acuta mieloide, la promielocitica produce infatti blasti (cellule leucemiche atipiche) che sono in grado di inibire in maniera non controllata la coagulazione, determinando un rapido e spesso irreversibile incremento del rischio di emorragia fatale. Non potendo essere sottoposta a chemioterapia, è stato utilizzato un approccio “chemo-free” per consentire alla paziente di portare avanti la gravidanza fino a una età gestazionale tale da avere un parto sicuro (34° settimana di gestazione) con feto maturo.

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