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Venerdì, 29 Marzo 2024
La sentenza / Ogliastra

Dottoressa curava i tumori con gli ultrasuoni: condannata all'ergastolo

La sentenza di primo grado riconosce colpevole la dottoressa di omicidio volontario aggravato, circonvenzione di incapace e truffa. Le indagini nei suoi confronti erano cominciate dopo un servizio trasmesso dalle 'Iene' su Italia Uno

Curava pazienti affetti da tumori con metodologie alternative, come ultrasuoni o radiofrequenze. Ma quell'approccio lontano dal metodo scientifico è costato ad Alba Veronica Puddu, dottoressa sarda di 52 anni di Tertenia, in Ogliastra, una condanna all'ergastolo con sei mesi di isolamento diurno. È questo il verdetto emesso nella giornata di oggi 19 gennaio dalla Corte d'assise di Cagliari, presieduta da Tiziana Marogna. L'imputata non era presente al momento della lettura della sentenza. La procura di Lanusei aveva aperto un'inchiesta nei suoi confronti dopo un servizio trasmesso dalle 'Iene' su Italia Uno il 19 novembre 2017 in cui un inviato della trasmissione si fingeva paziente oncologico bisognoso di cure alternative..

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La dottoressa era finita sotto processo per aver curato pazienti affetti da tumore con terapie alternative, ultrasuoni e radiofrequenze, metodologie che avrebbero ridotto l'aspettativa di vita dei malati e accelerato la morte. Al termine della sua requisitoria, la pm Giovanna Moro aveva chiesto per l'imputata 24 anni di carcere. La sentenza di primo grado riconosce colpevole la dottoressa di omicidio volontario aggravato (per uno dei tre pazienti deceduti), circonvenzione d'incapace (in tre casi), e truffa nei confronti di due delle parti civili. I familiari dei tre pazienti deceduti si erano costituiti parte civile.

"Non ho mai proibito o scoraggiato i miei pazienti a seguire le cure tradizionali come chemioterapia e radioterapia. Tutto ciò che hanno fatto è stata una libera scelta di ciascuno", si era difesa la donna nel corso del processo in Corte d'Assise a Cagliari. Aggiungendo: "Ho sempre spiegato ai miei pazienti che le mie non erano terapie oncologiche e che i miei trattamenti potevano funzionare come terapie del dolore. Ho sottolineato inoltre i pro e i contro delle terapie. Tutti e tre i pazienti deceduti erano in una fase terminale della malattia".

Nel suo studio di Tertenia nel 2018 era stata sequestrata parte della strumentazione medica e a maggio il gip l'aveva interdetta dall'esercizio della professione medica. L'Ordine dei medici di Nuoro l'aveva sospesa e poi radiata. Nell'udienza del 15 dicembre l'avvocato di parte civile Sollai (che rappresenta i figli del paziente deceduto Davide Spanu), dopo le dichiarazioni dell'imputata, aveva chiesto una perizia psichiatrica per verificare che la dottoressa fosse in grado di intendere e di volere, ma la richiesta non era stata accolta dalla Corte.

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