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Giovedì, 28 Marzo 2024
Epidemia Ebola

"Contro l'Ebola da soli non ce la facciamo": l'appello di Medici senza frontiere

Dottori, infermieri e operatori umanitari non riusciranno a fronteggiare l'emergenza senza un intervento mirato della comunità internazionale. Medici senza frontiere lancia un appello: "Aiutateci subito"

La risposta internazionale contro l'epidemia di Ebola in Africa occidentale non è sufficiente: è lenta e frammentaria e ha lasciato buona parte dei lavori nelle mani delle comunità e amministrazioni locali e delle organizzazioni non governative. E' il grido d'allarme lanciato da Medici senza frontiere (Msf), puntando il dito contro la comunità internazionale, che finora non avrebbe fatto abbastanza. 

La critica che l'ong fa non riguarda i finanziamenti: dopo l'appello di qualche mese fa agli Stati in Africa sono arrivati contributi della comunità internazionale, utilizzati per la costruzione di strutture per il trattamento di chi ha contratto il virus, ma la gestione e l'azione diretta sul territorio (messa in atto soprattutto attraverso il personale volontario) è stata lasciata nelle mani delle ong e di chi collabora direttamente con le comunità e con i governi locali. Ecco perché adesso la comunità internazionale deve di nuovo intervenire, come spiega Joanne Liu, presidente internazionale di Msf:

Formare le ONG e gli operatori sanitari locali a gestire in modo sicuro i centri di trattamento Ebola richiede settimane. Sebbene MSF e altre organizzazioni abbiano offerto momenti di formazione, questo collo di bottiglia ha creato enormi ritardi. E' stato estremamente deludente vedere che stati con capacità di risposta ai disastri biologici abbiano scelto di non impiegarle. Come è potuto accadere che la comunità internazionale abbia lasciato la risposta all'Ebola - oggi una minaccia transnazionale - a dottori, infermieri e operatori umanitari?

Inoltre mancano ancora strutture adeguate alla quarantena: in alcune zone rurali della Liberia, dove ci sono catene di trasmissione attive, non esistono mezzi di trasporto per i campioni di laboratorio. In Sierra Leone chi chiama il numero d'emergenza per notificare un caso sospetto è costretto a isolare la persona nella propria casa. 

Ebola, l'epidemia che terrorizza il mondo

Continuano a mancare misure preventive necessarie per mettere fine all'epidemia, come le sepolture sicure e la sensibilizzazione delle varie comunità coinvolte. Medici senza frontiere sottolinea che la situazione è in continua evoluzione ed è necessario un intervento che cambi le modalità d'azione:

Tenere un'epidemia di Ebola sotto controllo va ben oltre l'isolamento e la cura dei pazienti. Ovunque insorgano nuovi casi deve essere messo in atto tutto l'insieme di attività. Le persone continuano a morire di morti orribili in un'epidemia che ne ha già uccise migliaia. Non possiamo abbassare la guardia e permettere un 'doppio fallimento': una risposta lenta all'inizio e alla fine inadeguata.


Medici senza frontiere è una delle organizzazioni più attive sul campo: gestisce sei centri di trattamento Ebola tra Guinea, Liberia, Sierra Leone e Mali, per un totale di 600 posti letto. Soltanto da marzo 2014 sono stati ricoverati in questi centri più di 6mila e 400 persone e 4mila sono risultate positive al virus, mille e 700 sono in fase di guarigione. Gli operatori sul campo dell'ong a oggi sono circa 3mila e 400, tra volontari nazionali e internazionali. 

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