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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Eitan è sveglio e parla con la zia": come sta l'unico superstite della strage della funivia del Mottarone

Presto lascerà il reparto di rianimazione dove si trova da domenica giorno dell'incidente in cui sono morti i genitori, il fratellino e i nonni. "Si deciderà con i familiari cosa dirgli"

Parla con la zia Aya e si guarda intorno il piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto all'incidente della funivia del Mottarone. Lo rendono noto i sanitari dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato. Con il piccolo Eitan, c'è anche la dottoressa Marina Bertolotti, psicologa che, da quando è stato deciso di risvegliare il piccolo dal coma indotto, lavora con la sua equipe per evitare al bambino traumi al risveglio.

"Il bambino è adesso sveglio e cosciente nel reparto di Rianimazione", si legge nel bollettino giornaliero sulle sue condizioni di salute. "Dal punto di vista clinico è sempre in prognosi riservata, dovuta al trauma toracico e addominale oltre che alle fratture agli arti. Nei prossimi giorni uscirà dalla Rianimazione e verrà trasferito in un reparto di degenza".

Verranno "assecondati i tempi del bambino", spiegano i sanitari, e si deciderà con i familiari cosa dirgli.

Intanto sono stati celebrati questa mattina vicino a Tel Aviv i funerali di Amit Biran, della moglie Tal Peleg e del figlioletto di due anni Tom, i genitori e del fratellino di Eitan. Alle esequie era presente anche l'ambasciatore italiano, Gianluigi Benedetti, che ha portato il cordoglio del Paese per questa tragedia.

La cerimonia si è tenuta a Moshav Avi'el, a nord-est di Tel Aviv, all'altezza di Zichron, in forma strettamente privata. I funerali dei nonni della mamma di Eitan, l'82enne Yitzhak e la 70enne Barbara Cohen, si terranno domani. Il 30enne Amit, la 26enne Tal vivevano da sei anni a Pavia, dove hanno avuto i loro due figlioletti di cinque e due anni, Eitan e Tom. Amit si era trasferito in Italia per studiare medicina.

Mottarone, le indagini sull'incidente

Intanto oggi è stato depositato il decreto di fermo Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente amministratore unico, direttore di esercizio e capo servizio della funivia crollata domenica scorsa causando la morte di quattordici persone. Agli indagati viene contestato di aver deliberatamente disattivato il sistema frenante di emergenza per evitare lo stop dell'impianto. Una "sconsiderata condotta" che secondo i magistrati - in caso di accertato riconoscimento delle responsabilità per gli imputati - porterà ad una pena detentiva "elevatissima". Non viene tuttavia escluso che altre persone possano finire sul registro degli indagati.

Secondo quanto appurato la funivia aveva un problema da fine aprile e i forchettoni erano stati piazzati sui freni d'emergenza dal 26 pur di non perdere gli incassi delle corse assicurati dalla riapertura dopo la lunga chiusura per le disposizioni Covid. Secondo le ultime ricostruzioni un rischio corso per incassare 140mila euro.

Il commento: la ridondanza ci salva la vita ma lo dimentichiamo sempre

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