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Giovedì, 28 Marzo 2024
Vicenda senza fine

Eitan Biran, perché è stato nominato un nuovo tutore legale e cosa succede adesso

La zia paterna Aya Biran non è più la tutrice del bambino, che però continuerà a vivere con lei. Accolto il reclamo presentato dai nonni materni. Aya Biran e il marito indagati per furto in casa dei genitori del nipote dopo la denuncia della nonna materna

Il tribunale dei minori di Milano ha nominato un nuovo tutore per Eitan Biran, il piccolo sopravvissuto all'incidente della funivia del Mottarone. Sarà un "professionista estraneo ad entrambe le famiglie di origine" ad occuparsi dell'amministrazione dei suoi beni e a prendere le decisioni relative alla vita di Eitan, dalla scuola a quelle sulla sua salute, sotto il controllo del tribunale. Il bambino però rimarrà "collocato presso la zia" Aya Biran, nell'abitazione di Travarò Siccomario, in provincia di Pavia.

Questo l'ennesimo capitolo della complessa vicenda di Eitan Biran, bambino conteso tra i due rami della sua famiglia, quello paterno in Italia e quello materno in Israele. La decisione del tribunale dei minori di Milano è arrivata nell'ambito del procedimento sul reclamo presentato dai nonni materni di Eitan, Esther Cohen e Shmuel Peleg, contro la nomina della zia paterna come tutrice legale. 

Eitan, la battaglia legale per il bambino conteso

La presidente del tribunale dei minori di Milano, Maria Carla Gatto, ha chiarito che la decisione è stata presa data "l'elevata conflittualità, manifestasi successivamente all'iniziale nomina del tutore" che "ha reso necessaria l'individuazione di un soggetto terzo". La nomina a tutrice legale della zia paterna era stata stabilita alla fine del maggio scorso dal Tribunale di Torino e poi confermata da quello di Pavia ad agosto. Dopo la discussione dei legali dei due rami familiari, i giudici si erano riservati di decidere, cosa che hanno fatto oggi con la decisione di affidare la tutela legale del bambino a un soggetto terzo. Il procedimento, davanti al Tribunale per i minorenni e con al centro una serie di questioni poste dagli avvocati dei nonni (che hanno contestato anche la presunta falsità del verbale di nomina basato su un documento di un medico) era iniziato lo scorso 22 ottobre con una prima udienza. Aya Biran ha già fatto richiesta di adozione del nipote, così come ha fatto anche la zia materna. Il procedimento sull'adozione è autonomo e va avanti ed è diverso da quello sulla nomina del tutore.

"Accogliamo con grande soddisfazione la decisione di sostituire Aya Biran come tutore a favore di un professionista esterno, così come avevano richiesto fin dall'inizio i nonni materni. È una decisione presa nell'interesse del bambino" ha detto l'avvocato Sara Carsaniga, legale dei nonni materni di Eitan.  "Fin dall'inizio avevamo sottolineato che il tutore non potesse essere un membro della famiglia, una proposta appoggiata anche dal procuratore per i minori. Sulla collocazione temporale del minore", che continuerà a vivere con la zia Aya, "siamo stati d'accordo anche noi, in attesa di decisioni future", ha aggiunto Carsaniga.

Lo scorso 11 settembre il nonno materno del bambino, Shmuel Peleg, portò con sé Eitan in Israele, con un volo privato partito dalla Svizzera, contro il volere dei parenti del genero dopo che un tribunale italiano aveva concesso l'affido temporaneo del nipote alla famiglia paterna che già viveva in Italia. 

Eitan Biran è tornato in Italia lo scorso 3 dicembre dopo la sentenza della Corte Suprema di Tel Aviv, che aveva riconosciuto, come le due precedenti decisioni, la sottrazione internazionale del bambino da parte del nonno materno. Peleg è destinatario di un mandato d'arresto a seguito delle indagini dei pm pavesi anche a carico di Gabriel Alon Abutbul, arrestato a Cipro e in attesa di estradizione, accusato di aver aiutato Peleg a rapire il nipote, e della nonna Esther Cohen, indagata in concorso per il sequestro. Per la Corte Suprema il bambino doveva tornare in Italia, dove già viveva con i genitori e il fratellino prima che questi morissero nella strage del Mottarone. 

Gli zii paterni indagati per diffamazione e furto

Gli zii paterni di Eitan, Aya Biran e suo marito Or Nirko, risultano indagati alla Procura di Pavia per diffamazione e furto in abitazione sulla base di una denuncia della nonna materna del bambino. La donna nei mesi scorsi aveva denunciato che la coppia avrebbe prelevato oggetti (telefoni e dispositivi informatici) dalla casa dei genitori del nipote, utili per accedere a documenti che servivano nel procedimento di nomina del tutore legale, secondo i legali di Cohen. Cohen ha denunciato gli zii paterni del nipote anche per diffamazione in relazione ad alcune affermazioni ritenute lesive nei confronti del ramo materno della famiglia. Di questo episodio la nonna materna ne aveva parlato anche in alcune interviste rilasciate.

Aya Biran e Or Nirko sono stati iscritti nel registro degli indagati come atto a garanzia per gli accertamenti utili. Titolare del fascicolo è Valentina De Stefano, lo stesso magistrato che coordina l'inchiesta in cui sono indagati Coehn, suo marito Shmuel Peleg e Abutbul per sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e appropriazione del passaporto del bambino.

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