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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le indagini / Catania

Elena Del Pozzo uccisa dalla mamma: tutti i punti ancora da chiarire

Si continua ad indagare, senza sosta, sull'omicidio della piccola Elena del Pozzo. Nonostante la confessione della 23enne Martina Patti, accusata di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere, sono ancora tanti i punti da chiarire per confermare o meno le ipotesi di raptus o azione pianificata

Si continua ad indagare, senza sosta, sull'omicidio della piccola Elena Del Pozzo, il cui corpo senza vita è stato fatto ritrovare dalla madre in campagna, nei pressi della sua abitazione a Mascalucia, dopo aver inscenato un rapimento. Nonostante la confessione della 23enne Martina Patti, accusata di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere, sono ancora tanti i punti da chiarire per confermare o meno le ipotesi di raptus o azione pianificata.

Domani, i carabinieri del Sis del comando provinciale di Catania, eseguiranno ulteriori rilievi nella villetta di via Turati. Sempre domani, è previsto che venga eseguita, nell'obitorio dell'ospedale Cannizzaro, l'autopsia sul corpo della bambina. Si terrà, invece venerdì, l'interrogatorio davanti al Gip di Catania della Patti per decidere sulla convalida del fermo. Attualmente, infatti, si trova nel carcere di piazza Lanza a Catania, dove ha trascorso la prima notte in isolamento.La Procura ha anche chiesto per la donna l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Ma i punti da chiarire rimangono. E sono, principalmente, tre. Il luogo del delitto. Ieri, nella confusione generale delle primissime indagini, sembrava più accreditata l'ipotesi di un delitto avvenuto tra le mura domestiche, condivise con gli zii che abitano al piano terra della villetta e che nel primo pomeriggio del 13 giugno non erano in casa. Ma oggi, la donna, avrebbe fornito agli inquirenti ulteriori elementi sul luogo in cui sarebbe stato commesso il fatto: quel campo incolto e pietroso di via Turati in cui è stato ritrovato il corpicino della bambina, avvolto in cinque sacchi di plastica.

Secondo punto: l'arma utilizzata dalla donna per uccidere la figlia. Il corpo al momento del ritrovamento presentava, infatti, ferite compatibili con un coltello da cucina. Ma anche una zappa ben affilata o un piccone potrebbero essere compatibili. Arma che, però, non è stata ancora ritrovata e, pertanto, si attende anche esito dell'autopsia.

L'altro punto da chiarire è l'eventuale responsabilità di altre persone. A lanciare questo nuovo elemento è stato il capitano dei carabinieri Salvatore Mancuso, del comando provinciale di Catania, che ha dichiarato di "aver fatto verifiche su tutti i familiari stretti, ma che al momento non si sono evidenziate anomalie. Rimane da chiarire l'eventuale responsabilità di altre persone o nella commissione dell'omicidio o nell'occultamento del cadavere".

Sull'atteggiamento della donna, Mancuso ha aggiunto: "In un primo momento era fredda e distaccata, ma poi, all'esito della discovery di quello che era successo, ha avuto un cedimento e ha pianto. Dopo le contestazioni mosse ha fatto qualche precisazione, ammettendo le proprie responsabilità e confermando alcuni elementi che poi sono stati riscontrati sul posto e dai primi rilievi scientifici e autoptici".

Si attendono, quindi, risposte e il giorno dei funerali per poter salutare per l'ultima volta la piccola Elena. Intanto, la comunità di Mascalucia ha deciso di dedicare, questa sera, un momento di preghiera alla piccola vittima. Il parroco della Chiesa di San Vito ha invitato tutti alla preghiera nonostante la rabbia. "Abbiamo escluso tutte le forme di manifestazioni esterne, per la festa di San Vito, che era in programma per oggi. Noi chiediamo l'intercessione di San Vito, che è stato un martire giovane, preghiamo affinché certi fatti così atroci non avvengano più". E si attende la presenza del vescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, che sta tornando appositamente in Sicilia dalla Puglia, per prendere parte a questo momento di preghiera.

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