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Martedì, 23 Aprile 2024
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L'eredità diventa digitale, si tramandano anche le password degli account

Il tribunale ha concesso a una vedova di avere le chiavi di accesso agli spazi social del defunto marito. Cosa dice la legge

Le nostre vite sono sempre più sui social e adesso anche gli "averi digitali" entrano a fare parte dell'eredità. Significa, in concreto, che se una persona muore gli eredi possono avere le password degli spazi web del defunto. Non è una norma teorica, ma una decisione del tribunale di Milano. i giudici hanno autorizzato una donna a entrare in possesso dell'account di posta, quello iCloud e quelli dei profili social del marito defunto. Apple, Microsoft e Meta Platform (WhatsApp) le avevano chiesto infatti un'autorizzazione del Tribunale per poterle consegnare le chiavi di accesso dei vari account del marito deceduto. La donna motivava la richiesta spiegando di potervi trovare, oltre a foto e video del marito con i figli, anche lettere di addio per loro o dichiarazioni di ultime volontà.

"Il provvedimento - ha spiegato il legale della donna a Il Messaggero, Marco Meliti - ci ricorda come i dati contenuti nei nostri account possano entrare a far parte dell'eredità, al pari delle lettere o delle fotografie custodite gelosamente nei cassetti delle nostre scrivanie. La decisione del Tribunale di Milano risponde certamente a un interesse meritorio di tutela dei figli minori ma, allo stesso tempo, evidenzia una falla normativa nel sistema di protezione post mortem dei dati contenuti nei nostri account".

Eredità digitale, cosa dice la legge

Quando si parla di dati personali ci si riferisce a "qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile". Quest’ultima viene detta "soggetto interessato" si tratta cioè del soggetto a cui si riferiscono i dati personali. Il decesso della persona fisica comporta il venir meno della sua qualità di interessato. I suoi diritti però non si estinguono, ma passano ai suoi eredi. Il nuovo regolamento europeo sul trattamento dei dati personali chiarisce che agli eredi non spetta un diritto incondizionato all’accesso ai dati del defunto, ma serve una valutazione circa la sussistenza di un interesse meritevole di tutela. 

In generale è ritenuto legittimo l’acceso ai dati sanitari (cartella clinica) di una persona deceduta se serve per mettere in luce le modalità della sua morte, magari ai fini di un’azione di responsabilità medica. E' legittimo l’accesso ai dati Inps se è necessario per ricostruirne la pensione. Via libera all'accesso ai dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate per verificare la sussistenza di eventuali debiti fiscali, al fine di decidere in merito all’eventuale accettazione o rinuncia all’eredità. Così come non può essere vietato l’accesso ai dati bancari del defunto, trattandosi di diritti patrimoniali che spettano agli eredi in via di successione. In questa direzione si è mosso anche il garante della privacy. È altresì possibile l’accesso ai dati di una piattaforma web, e quindi il diritto a conoscere la password di accesso, a meno che prima del decesso l'interessato abbia negato il consenso al gestore del servizio Internet. In tale ambito, la volontà di vietare l’esercizio dei diritti deve risultare in modo "non equivoco e deve essere specifica, libera e informata". 

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