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Giovedì, 25 Aprile 2024
Isole Eolie / Messina

L'isola di Vulcano torna a fare il vulcano

Alle isole Eolie sale la preoccupazione dopo che la protezione civile e l'Ingv hanno diramato l'allerta gialla: se i dati dicono che una possibile eruzione è tutt'altro che vicina cresce però l'attenzione per gas tossici e "eruzioni freatiche"

Gli elicotteri della Protezione civile volano sui cieli dell'isola di Vulcano per monitorare l'attività del cratere e vigilare sul rispetto delle misure di sicurezza. Per l'isola eoliana, infatti, sono state rilevate nelle ultime settimane variazioni significative di diversi parametri e la protezione civile ha diramato l'allerta gialla. Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni ha disposto una ordinanza per vietare la scalata sulla cima del cratere che si raggiunge a una altezza di circa 500 metri, dopo un percorso a piedi di una quarantina di minuti. Intanto si studia la percorribilità delle vie di fuga.

Il direttore dell'Ingv, Stefano Branca ha spiegato a Messinatoday che occorre evitare di andare nelle zone del cratere dove c’è una esposizione maggiore al gas. "Quello che sta accadendo è un fenomeno che si è già verificato diverse volte nei decenni passati. È accaduto nel 2004, 2005 e anche nel 2009. Quello più importante si è verificato tra il 1988 e 1993. Si tratta di aumenti del flusso dei gas relativi al sistema idrotermale dell’isola che causano un aumento delle temperature delle fumarole dell’area craterica e del quantitativo dei gas emessi, soprattutto di quelli nocivi del Co2".

Ma cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni? "Nulla di significativo - continua Branca - Rispetto a quello che abbiamo osservato nei giorni scorsi non ci sono differenze sostanziali e non ce ne saranno per un po’ di tempo, perché si tratta di fenomeni molto lenti. La crisi dell'88 è durata cinque anni e poi è rientrata piano piano. Stessa cosa è accaduta negli anni successivi”.

L'ultima eruzione risale a oltre 130 anni fa e durò ben 2 anni, dal 2 agosto 1888 al 22 marzo 1890. Da allora il vulcano si trova in uno stato di quiete eruttiva. Un "sonno" a volte disturbato da crisi di attività sismica e aumenti nelle emissioni e temperature fumaroliche.

Da circa 5500 anni ed a tutt’oggi, il centro vulcanico attivo è rappresentato dal cono di tufi di La Fossa che sovrasta l’abitato del Porto di Levante. La lunga eruzione del 1888-90 è l’evento che ha portato all’introduzione del termine eruzione “Vulcaniana”, coniato da Giuseppe Mercalli che ne fu testimone e studioso, come inviato del Governo Italiano. L’eruzione Vulcaniana ha caratteristiche  riconoscibili in molti altri vulcani del mondo, tanto da essere adottato come termine classificativo per questo particolare stile eruttivo. Si tratta di eruzioni caratterizzate da intenso degassamento, da esplosioni pulsanti, di breve durata e molto tonanti – Mercalli scrisse: “… esplosioni come cannonate a intervalli irregolari…” – con emissione di dense nubi grigio-scure a sviluppo verticale, ricche di ceneri e frammenti di magma destinati a ricadere al suolo sia sotto forma di pioggia di frammenti quasi solidi (prodotti da caduta) sia sotto forma di correnti diluite di gas e particelle (magmatiche) che scorrono al suolo, lungo i fianchi del vulcano.

eruzione isola vulcano-2

All’epoca non si registrarono vittime poiché l’isola allora era abitata solo da quelli che lavoravano alle attività estrattive di zolfo e allume. Il magma che da origine a queste eruzioni è, di solito, un magma molto viscoso e denso, con una temperatura variabile tra 800-1000 °C, contenente sacche di gas che vengono liberate rapidamente ed a intervalli insieme con il magma frammentato: ogni esplosione, o sequenza di esplosioni, è capace di generare un ventaglio di frammenti con dimensioni molto diverse.

A partire dal mese di luglio 2021, ed in particolare  dai primi di settembre, i sistemi di monitoraggio dell’INGV hanno messo in evidenza la variazione di alcuni segnali geofisici e geochimici, in particolar modo quelli legati all’attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa e l’area degassante di Grotte dei Palizzi, posta alla base meridionale del cono. In particolare, sono stati osservati un aumento della temperatura di queste fumarole e una variazione nella composizione dei gas, con un maggior contributo di componenti direttamente legati al degassamento magmatico (CO2 e SO2).

L’attuale fase di incremento è stata caratterizzata anche dalla presenza di eventi sismici mentre relativamente alle deformazioni del suolo, a partire dalla metà di agosto le misure GPS hanno evidenziato una modesta dilatazione dell’area del cono della Fossa. Questo processo ha subìto un’accelerazione a metà settembre, ed è ancora in corso, con spostamenti massimi fino ad 1 cm (verso nord, sul lato settentrionale del cono). 

L'isola di Vulcano in allerta gialla

Oggi il livello di allerta "Giallo" è un livello di attenzione e determina, come nel caso di Vulcano, un potenziamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza, un raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le varie componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, un aggiornamento dei piani di protezione civile ed un’ampia attività di informazione verso la popolazione residente sull’isola ed i turisti, con specifico riferimento all’innalzamento del livello di rischio. Come potranno evolvere questi fenomeni? Cosa ci aspettiamo possa accadere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi? Purtroppo non possiamo rispondere con certezza a queste domande, poiché lo studio attento degli episodi di unrest passati ci insegna che nelle prossime settimane/mesi le anomalie dei diversi parametri oggi osservate potrebbero acuirsi oppure attenuarsi per tornare ai valori registrati negli scorsi mesi/anni.

L'Ingv evidenzia come l’isola di Vulcano, già in condizioni ordinarie ossia con livello di allerta Verde, presenta una certo grado di esposizione a fenomeni pericolosi quali gas tossici o asfissianti rilasciati dalle fumarole e come questo non avvenga esclusivamente nelle zone dove ci sono fumarole ben visibili.

Oggi i fenomeni e le anomalie osservati riguardano solamente la parte sommitale del cratere ma non si può escludere che in prossimo futuro si possa rilevare un allargamento dell’estensione areale di queste anomalie anche nelle aree più distanti da La Fossa, a terra e a mare. L’esistenza di un sistema idrotermale così attivo presenta inoltre la possibilità di eruzioni freatiche, innescate cioè non dal magma ma dai fluidi idrotermali. Dal momento che non coinvolgono movimenti di grandi corpi magmatici, le eruzioni freatiche generalmente non sono accompagnate da quei segnali attesi prima di un’eruzione magmatica, e questo le rende ancor più pericolose.

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