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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'esercito arriva nella Terra dei fuochi

Al via i pattugliamenti dei cento militari nelle zone tra Napoli e Caserta, a disposizione delle prefetture delle due città. L'obiettivo è quello di prevenire e reprimere i reati ambientali. Ma i comitati cittadini non sono d'accordo

Sono arrivati in mattinata nella Terra dei Fuochi cento uomini e donne dell'esercito che hanno dato vita ai primi pattugliamenti nella zona a cavallo tra le provincie di Napoli e Caserta. Si realizza la promessa fatta dal ministro dell'Interno, che ha come scopo "la rimodulazione del piano d'impiego dei militari" raddoppiando il numero dei soldati in servizio, che rimarranno nella zona “finché sarà necessario”, come sottolineato da Angelino Alfano a fine marzo, durante la sua visita a Napoli.

I militari erano già stati impiegati per 'Strade sicure', operazione iniziata il 4 agosto 2008, che vede esercito e forze di polizia su tutto il territorio nazionale da Chiomonte a Lampedusa, con compiti di vigilanza e sorveglianza agli obiettivi sensibili (porti, aeroporti, ambasciate) e di contrasto alla criminalità nelle principali aree urbane del Paese.

A disposizione delle prefetture di Napoli e Caserta, i compiti consistono nel pattugliamento delle aree individuate all'interno dei comuni che hanno sottoscritto il 'patto Terra dei fuochi', con l'obiettivo di prevenire i reati ambientali, in particolare lo sversamento incontrollato di rifiuti e i roghi illegali. I militari appartengono ai reparti della brigata 'Garibaldi' e sono arrivati in rinforzo ai 540 soldati soldati già impegnati in queste zone per la lotta alla malavita.

Non è d'accordo con l'operazione  #Fiumeinpiena, rete dei movimenti ambientalisti della zona, che già il 6 dicembre scorso aveva dato vita a un presidio sotto la prefettura di Napoli: "La logica dell'emergenzialismo è sempre sbagliata. Abbiamo già sperimentato la militarizzazione dei nostri territori: si è impedito ai cittadini direttamente danneggiati dalla malavita di monitorare, creando zone invalicabili e consentendo alle imprese criminali di fare quello che volevano. Inviare qui altri soldati non servirà a nulla: il vero cambiamento sta nell'agire subito con la partecipazione attiva di chi si è per tanto tempo speso denunciando, studiando e affrontando, in prima persona, ogni giorno, il problema del Biocidio".

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