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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Catania

Etna, eruzione e terremoto: cosa succede, gli esperti fanno chiarezza

Il bilancio è di alcune decine di feriti, nessuno in gravi condizioni, molti crolli e 600 sfollati. Dall'Ingv si fa chiarezza sull'attività sismica e vulcanica in area etnea

Il bilancio è di alcune decine di feriti, nessuno in gravi condizioni, e molti crolli. Sono seicento circa gli sfollati, che saranno ospitati in strutture alberghiere convenzionate Tanti altri invece non hanno abbandonato le loro case per timore di atti di sciacallaggio, ed hanno trascorso la notte in auto. Quello delle 3:19 del 26 dicembre 2018, nel basso fianco sud-orientale dell’Etna, è stato uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano. L’evento sismico, di magnitudo 4.9, è stato localizzato 1 km a sud dall’abitato di Lavinaio (Catania), alla profondità di circa 1 km sotto il livello del mare. Il terremoto è stato ampiamente avvertito dalle popolazioni residenti in quasi tutto il comprensorio catanese. Nella notte tra 26 e 27 nuove lievi scosse. Oggi i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini visiteranno le zone colpite.

Dall'Ingv si fa chiarezza su quanto sta avvenendo, sull’attività sismica e vulcanica in area etnea: "Il terremoto - si legge sul blog istituzionale dell'istituto -  è verosimilmente legato all’attivazione della faglia Fiandaca e della faglia di Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe. Il danneggiamento maggiore è infatti distribuito lungo tali strutture vulcano-tettoniche, insieme ai vistosi effetti di fagliazione superficiale associati all’evento sismico. La distribuzione del danneggiamento e l’estensione della fagliazione sono molto simili a quelle riportate dalle fonti storiche per il terremoto dell’8 agosto 1894, che ha rotto la faglia di Fiandaca per l’intera lunghezza". Altri eventi storici documentati dal catalogo sismico storico sono avvenuti nel 1875, 1907 e 1984, ma furono meno energetici e dovuti all’attivazione di parti della faglia di Fiandaca.

Etna, eruzione e terremoto

Il terremoto del 26 si è verificato "il terzo giorno dall’inizio dell’eruzione vulcanica in atto all’Etna, che sta interessando le porzioni sommitali del vulcano e la valle del Bove. In particolare, una fessura eruttiva apertasi alla base del Nuovo Cratere di Sud-Est nella mattinata di giorno 24 dicembre ha prodotto una nube di cenere ricaduta prevalentemente nei dintorni di Zafferana Etnea (CT) ed una colata lavica che si riversa in Valle del Bove dopo aver attraversato la sua parete occidentale. Il fenomeno vulcanico è stato preceduto di alcune ore ed è accompagnato fino a tutt’oggi da un’importante attività deformativa e sismica, che ha generato circa 1.100 terremoti di cui circa 60 superano magnitudo Ml 2.5: è stato registrato un significativo incremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico durante la giornata del 24 dicembre e attualmente, seppur in diminuzione, i valori restano al di sopra della norma" dicono dall'Ingv.

Catania, terremoto di magnitudo 4.8 (ANSA)

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Questa settimana la sismicità registrata ha coinvolto diversi settori del vulcano: in particolare, nelle prime ore del 24 dicembre si è manifestata in area sommitale in coincidenza del teatro eruttivo, dalla superficie fino a 2 km di profondità sotto il livello del mare. Successivamente, si è posizionata lungo la parete occidentale e meridionale della Valle del Bove, fino a profondità di 4-5 km sotto il livello del mare.

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Le scosse dal 24 dicembre (Foto Ingv)

Etna, la spiegazione degli esperti Ingv

"E’ opportuno segnalare che il terremoto di oggi non risulta generato da movimenti di masse magmatiche presenti in area epicentrale, bensì rappresenta, probabilmente, la risposta fragile del fianco orientale del vulcano ad uno stress indotto dal sistema magmatico che in questo momento è sorgente dell’eruzione. Spesso accade, infatti, che l’intrusione di un dicco magmatico trasferisca uno stress alle strutture tettoniche circostanti provocando terremoti anche di elevata magnitudo. L’attuale situazione eruttiva poco si discosta dalla casistica più riconosciuta per le eruzioni effusive etnee, in occasione delle quali un trasferimento di stress dalle masse intruse verso le porzioni più superficiali dei fianchi del vulcano può generare l’innesco di terremoti anche diversi chilometri lontano dai centri eruttivi".

"Sulla base delle attuali manifestazioni dell’attività eruttiva, sono esclusi, al momento, problemi alle popolazioni ed alle principali infrastrutture: infatti, l’effusione lavica prodotta si riversa dalla base del Nuovo Cratere di Sud-Est entro l’ambiente desertico dell’ampia Valle del Bove. Tuttavia, sebbene le evidenze vulcanologiche più superficiali indichino una diminuzione dell’attività eruttiva generale, le informazioni desunte dai segnali geofisici non permettono di escludere una possibile alimentazione, tuttora in corso, del dicco che si è intruso. Sulla base della distribuzione della sismicità attuale, tale dicco potrebbe interessare un settore diverso dall’attuale teatro eruttivo, con l’apertura di nuove fratture eruttive a quote più basse di 2400 metri, in coincidenza della parete occidentale ed in quella meridionale della Valle del Bove. L’Osservatorio Etneo dell’INGV sta continuamente monitorando l’evolversi dei fenomeni in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e tutte le Autorità di Protezione Civile".

Musumeci: "80 per cento delle scuole non a norma"

"Non dobbiamo agire sull`onda emotiva. Faremmo un grave errore se così fosse. Mi sorprendo, comunque, quando qualcuno si sorprende delle attività sismiche. La Sicilia è la regione più esposta d`Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L`80 per cento delle nostre scuole non è a norma, così come molti degli edifici strategici". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, incontrando a San Giovanni La Punta, nella sede della Protezione civile regionale, i sindaci dei Comuni più colpiti dal terremoto di stamane in provincia di Catania. Alla riunione erano presenti anche gli assessori alla Salute Ruggero Razza, alle Infrastrutture Marco Falcone, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il dirigente generale del Dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio.

"Siamo abituati - ha proseguito il governatore - a convivere con le scosse e anche con i danni agli edifici. Stiamo cercando di capire come si evolverà l'attività effusiva e sismica, oltre a interrogarci se i Comuni hanno il Piano di protezione civile. Insomma, se tutto è predisposto perché si possa affrontare e gestire al meglio una condizione di emergenza. Gli sfollati? Speriamo possano tornare presto nelle loro case perché non si può vivere in un Palasport o in un albergo se non per alcuni giorni. Noi dobbiamo invece vigilare sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole. Sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti".

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