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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Taranto

Taranto, doccia fredda: la chiusura dell'altoforno 2 apre "scenari drammatici"

Il tribunale di Taranto martedì sera ha respinto la richiesta di prorogare l'uso dell'altoforno 2 (già sequestrato e dissequestrato più volte) da parte di ArcelorMittal. Il provvedimento sarà impugnato. Sindacato: "Si aprono scenari drammatici, la soluzione si allontana"

Una doccia fredda per Taranto e per l'ex Ilva. Il tribunale di Taranto martedì sera ha respinto la richiesta di prorogare l'uso dell'altoforno 2 (già sequestrato e dissequestrato più volte) da parte di ArcelorMittal per fare lavori sulla sicurezza. I commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria chiedevano un anno di tempo per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata. Il giudice, ribaltando la richiesta della Procura, "ha rigettato l'istanza avanzata dai commissari di governo di proroga allo spegnimento di Afo2".

Due giorni fa la Procura aveva espresso parere favorevole alla proroga, ma con varie prescrizioni. Con la proroga negata, essendo tra due giorni, 13 dicembre, la scadenza per mettere a norma l’altoforno, l’impianto rischia ora il nuovo sequestro e il riavvio del cronoprogramma per lo spegnimento. Ma l'ex Ilva "non si può" fermare: in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro.

Secondo il magistrato però l'impianto al momento non è del tutto sicuro per gli operai e concedere i mesi richiesti per procedere all'ultimazione della messa in sicurezza significherebbe di fatto far prevalere il diritto alla produzione sul diritto alla salute. Una situazione estremamente complessa.

Ex Ilva, Palombella (Uilm): "Scenari drammatici, trattativa in salita"

Il "no" del tribunale di Taranto alla proroga per l'uso dell'altoforno 2 all'ex Ilva apre "scenari drammatici" per lo stabilimento pugliese. Lo afferma il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, secondo cui "i lavoratori dell'Ilva, dopo 32 ore di sciopero e una grande manifestazione a Roma, non sono nemmeno riusciti a tornare a casa e trasmettere alle proprie famiglie un po' di fiducia che è arrivata la doccia gelata della decisione del giudice di rigettare l'istanza dei commissari sulla continuità di marcia dell'altoforno 2".

La cassa integrazione straordinaria che Mittal si appresta ad avviare per 3.500 lavoratori dopo la sentenza su Afo2 "partirà dal 13 dicembre prossimo" e richiederà 3-4 settimane per essere completata.

"Non voglio giudicare la decisione del giudice - sottolinea il sindacalista - ma ritengo che questa situazione sia l'ultimo tassello di una trattativa sempre più in salita, che vede allontanarsi una soluzione che vada nella direzione della tutela della salute, della salvaguardia dell'ambiente, della garanzia dei livelli occupazionali e della continuità produttiva. Anche in questa situazione drammatica mi sento di trasmettere un messaggio di speranza nei confronti dei lavoratori e del lavoro che porteranno avanti le istituzioni".

"Con la fermata dell'altoforno 2 - aggiunge Palombella - si prefigurano scenari preoccupanti che potrebbero portare fino alla chiusura dello stabilimento di Taranto e alla fermata degli altri siti italiani del gruppo. Questa decisione, inoltre, potrà inasprire il contenzioso tra ArcelorMittal e lo Stato italiano".

Ex Ilva, impugnativa in vista

Sarà impugnato al Tribunale del Riesame il provvedimento di Maccagnano. "Nonostante tutte le proroghe della facoltà d’uso di cui ha beneficiato Ilva Spa, concesse espressamente oppure implicitamente, si impone a questo giudice - scrive Maccagnano nel provvedimento di 29 pagine - rilevare che il termine richiesto per l’adempimento delle residue prescrizioni (pari, nella sua estensione massima, a 14 mesi) appare poco più del triplo del termine originariamente concesso dalla Procura".

"Il termine richiesto risulta troppo ampio - aggiunge - in palese contrasto con tutte le indicazioni giurisprudenziali e normative, e dunque tale da comprimere eccessivamente l’interesse alla salvaguardia dell’integrità psico-fisica dei lavoratori". In pratica per Maccagnano i tempi di proroga complessivi chiesti da Ilva (14 mesi totali con due step intermedi a 9 e 10 mesi), e  quello "di poco meno di tre mesi già riconosciuto dal Tribunale della libertà comporti in sacrificio eccessivo delle esigenze cautelari sussistenti nel caso in specie, e dunque de bene dell’integrità psicofisica dei lavoratori".

Ex Ilva, il governo Pd-M5s ha un piano?

Il piano del governo per Ilva "lo vedrete presto, stiamo lavorando. E' un piano ambizioso per il rilancio di Ilva nel segno della sostenibilità, dell'occupazione, dell'ambiente e dell'innovazione". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, al termine del tavolo con i sindacati sugli investimenti a Palazzo Chigi.

Un piano, ha aggiunto, "per fare di Taranto un grande polo di sviluppo del Mezzogiorno e di Ilva un'azienda tra le più avanzate del mondo per la produzione di acciaio sostenibile".

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