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Sabato, 20 Aprile 2024
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Bassa quota per gli F-35: "Dimezziamo la spesa"

Arriva una mozione per chiedere di dimezzare le spese destinate ai caccia. Presentata dal Pd, nei prossimi giorni verrà esaminata dall'assemblea di Montecitorio. Ma non mancano perplessità sul provvedimento

Una mozione che chiede di riesaminare il programma F-35 con l'obiettivo di "dimezzare il budget finanziario originamente previsto" per il loro acquisto. Questo è l'impegno principale del testo presentato dal deputato del Partito Democratico Gian Piero Scanu, presentato alla Camera e che sarà in discussione nei prossimi giorni a Montecitorio.

Un documento che si va a sommare a quelli presentati nei mesi scorsi da Sel, Movimento 5 stelle, Scelta Civica e Lega. C'è sempre l'idea del riesame, presa dal documento della Commissione parlamentare difesa della Camera, dopo l'indagine conoscitiva in vista del consiglio europeo di dicembre 2014. "Questa mozione è molto utile: mantiene la promessa fatta presentando il documento di analisi, visto che quello così come era avrebbe lasciato il tempo che trova. Se si voterà ci sarà un effettivo impegno del governo. Quello che non si capisce con chiarezza è cosa verrà effettivemente dimezzato" spiega Francesco Vignarca della Rete italiana per il disarmo.

Vignarca spiega i dettagli in un articolo pubblicato sulla rivista Altreconomia: verrebbero dimezzati gli investimenti iniziali di 13 miliardi o il budget di acquisti di 10? Ancora passaggi da chiarire, in particolare quello che riguarda la Faco (Final assembly and check-out), stabilimento di assemblaggio dei velivoli, in provincia di Novara.

"UNA CATTEDRALE NEL DESERTO" - Costata 796 milioni 540 mila euro di denaro pubblica, forse funzionerà soltanto al 15-30 per cento della sua capacità produttiva. Un ritratto della fabbrica era stato fatto da Silvio Lora-Lamia, giornalista che aveva redatto "I conti 'impazziti' del Joint Strike Fighter", un documento di 17 pagine che definiva lo stabilimento "una cattedrale nel deserto". L’impianto dovrebbe avere un duplice ruolo: da una parte l’assemblaggio completo degli F-35 destinati all’Italia e a qualche altro paese dell'Unione europea, dall’altra la fabbricazione di una parte di ali e tronconi di fusoliera dei velivoli destinati agli Stati Uniti. I lavori dello stabilimento sono iniziati a febbraio e il primo velivolo dovrebbe essere pronto per il 2015.

Nella mozione si parla anche dell'impegno a cercare "ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti già effettuati nella Faco e la sua potenzialità quale polo produttivo e logistico internazionale". In questo modo, nonostante sarebbero necessari meno aerei e ci sarebbe una spesa d'acquisto dimezzata, i 796 milioni di euro usati per la costruzione dello stabilimento, non sarebbero un investimento a vuoto: "Una riduzione così forte degli ordinativi e dei fondi a disposizione andrebbe a portare un colpo molto forte alle velleità della Faco di Cameri come polo produttivo di primo piano per il programma JSF" conclude Vignarca.

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