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Giovedì, 25 Aprile 2024
La decisione

Fabrizio Corona resta ai domiciliari: annullato il provvedimento che lo rimandò in carcere

A marzo scorso il tribunale di Sorveglianza di Milano aveva disposto per lui la detenzione in carcere. L'avvocato dell'ex fotografo: "Adesso chi chiede scusa a Fabrizio?"

La Cassazione ha annullato il provvedimento con cui a marzo scorso il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva revocato a Fabrizio Corona il differimento pena, stabilito a dicembre 2019 per una patologia psichiatrica, a causa di una serie di violazioni delle prescrizioni.Ad annunciarlo è stato il legale dell'ex agente fotografico, Ivano Chiesa.  L'annullamento è stato disposto "senza rinvio" riguardo a uno dei motivi di ricorso, spiega la difesa, e "con rinvio" per un secondo punto

Dopo la revoca, Corona era tornato in carcere per circa tre settimane. Il suo avvocato aveva presentato poi un'istanza per sospendere il provvedimento nei confronti di Corona, il quale era quindi tornato a casa in detenzione domiciliare per scontare il resto della pena nel suo appartamento di Milano. "Chi aveva ragione? E adesso chi chiede scusa a Fabrizio per oltre 20 giorni dentro?", ha detto Chiesa, spiegando che Corona viene "processato anche per aver rotto il vetro dell'ambulanza" quel giorno, quando seppe di dover rientrare in carcere.

La vicenda

La decisione dei giudici di rimandare in carcere Fabrizio Corona era stata molto contestata sia dai difensori dell'ex "re dei paparazzi" sia da lui stesso, che era arrivato a ferirsi con dei tagli sul braccio una volta appresa la notizia lo scorso 11 marzo. Gli avvocati Chiesa e Antonella Calcaterra avevano presentato subito ricorso in Cassazione, insieme a un'istanza di sospensiva alla Sorveglianza. Il nuovo collegio (relatore Gaetano La Rocca) aveva ritenuto la sospensione necessaria, in attesa della decisione in merito della Cassazione. Ci sarà, dunque, una nuova udienza davanti alla Sorveglianza di Milano in relazione alla parte del provvedimento che è stata annullata con rinvio. Secondo i giudici milanesi, il provvedimento di marzo nei confronti di Corona era "apodittico", cioè non adeguatamente motivato,e avevano fatto riferimento alle relazioni degli esperti già agli atti da tempo,che avevano messo in luce l'esigenza per Corona di proseguire nel percorso di cure psichiatriche fuori dal carcere.

La "sospensiva", tra l'altro, era stata disposta anche tenendo conto dei gesti di Corona, il quale sempre l'11 marzo, aveva rotto il vetro di un'ambulanza e poi era finito in ospedale nel reparto di psichiatria per oltre dieci giorni, dove si era ferito ancora, ed aveva poi portato avanti un lungo sciopero della fame.  "Non è tornato a casa perché è un privilegiato o perché è famoso e nemmeno è tornato a casa perché si è trattata di una gentile concessione del Tribunale. È tornato a casa perché è stato riconosciuto che è stato commesso un errore", aveva commentato Chiesa in seguito alla scarcerazione.

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