Emergenza femminicidi: nel 2022 uccise 104 donne, 52 dal compagno o dall'ex
I dati del ministero dell'Interno aggiornati al 20 novembre. Il ministro Piantedosi: "La grande sfida poi è quella di proteggere le vittime nel percorso di denuncia, di sostegno psicologico e del supporto anche economico"
Marta, Paola, Anastasia sono tre donne dalle storie molto diverse: la prima vive a Roma anche se è di origine colombiana e si prostituisce per guadagnare e provvedere alla figlia 18enne; la seconda ha 55 anni e vive in provincia di Salerno col marito e i due figli, la terza è ucraina ed è arrivata in Italia col marito e il figlioletto per scappare dalla guerra in Ucraina. Tutte hanno in comune un destino tragico: sono state uccise da uomini. Sono solo le ultime tre vittime di un fenomeno che non accenna a scomparire: la violenza di genere. Sono 104 le donne uccise in Italia dall'inizio dell'anno. Il dato è pubblicato dal Viminale e arriva dal Servizio analisi criminale che analizza i dati interforze acquisiti dalla banca dati delle forze di polizia.
Dal 1°gennaio al 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi, con 104 vittime donne, di cui 88 uccise in ambito familiare o affettivo. Di loro, 52 sono state uccise dal partner o dall'ex.
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, c'è un lieve aumento degli omicidi che da 268 passano a 273 (+2%), mentre diminuisce il numero delle vittime di genere femminile, che da 109 diventano 104 (-5%).
Il numero di donne uccise resta, nonostante la lieve flessione, drammaticamente alto. Si delinea l'esigenza di lavorare sul fattore culturale, sulla percezione del problema violenza di genere, ma anche del supporto a quelle donne che denunciano. "Ci sono già stati importanti risultati segnati, penso alla legge 69/19 che introdusse nuovi reati e nuove aggravanti. Ma il quadro normativo può essere ancora migliorato. Farò ogni ragionamento futuro. Penso ad esempio al rafforzamento delle misure volte a prevenire i crimini contro il genere femminile. La grande sfida poi è quella di proteggere le vittime nel percorso di denuncia, di sostegno psicologico e del supporto anche economico. Sottolineo l'importanza degli indennizzi", ha detto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, in occasione del convegno in Campidoglio, a Roma, "Il pregiudizio e la violenza contro le donne". "I crimini contro le donne - ha aggiunto il ministro - sono un fenomeno gravissimo e odioso che scuote le nostre coscienze. La piu vergognosa violazione dei diritti umani".
L'importanza dell'ascolto verso le donne vittime di violenza è centrale anche per il capo della polizia Lamberto Giannini "Molta strada è stata fatta - ha sottolineato - ci sono norme sempre più efficaci, misure di prevenzione ma è importante continuare a studiare e a parlare di questo fenomeno. È fondamentale "essere accoglienti" con le vittime e bisogna fornire "ogni tipo di supporto affinché abbiano la forza di denunciare: non c'è nulla di cui vergognarsi, quando si subisce violenza si è vittima".
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Meloni "Rifinanzieremo i centri antiviolenza e le case rifugio"
L'impegno a rifinanziare i centri antiviolenza è arrivato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
"Questo Governo è e sarà sempre in prima linea per combattere la violenza sulle donne e la terribile piaga del femminicidio. C'è molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d'azione: prevenzione, protezione, certezza della pena", ha detto in un videomessaggio all'evento "Non più sole - La drammatica attualità della violenza contro le donne" alla Camera in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
"Questo esecutivo rifinanzierà i centri antiviolenza e le case rifugio - ha assicurato Meloni -; ci impegneremo per attuare la legge 53 del 2022 sulla raccolta dei dati statistici sulla violenza contro le donne, che ancora necessita dei decreti attuativi e di attività tecniche. È fondamentale un quadro quanto più dettagliato possibile per costruire politiche efficaci di prevenzione e contrasto, risolvendo le criticità, monitorando il fenomeno e stimando anche la parte sommersa dei diversi tipi di violenza. Faciliteremo l'adozione di protocolli e migliori pratiche nei tribunali per un'applicazione sempre più efficace della norma sul 'codice rosso'".
"Lavoreremo - ha proseguito la premier - per garantire la certezza della pena, per potenziare le misure di protezione delle vittime e rafforzare il ricorso allo strumento dei braccialetti elettronici, che spesso non vengono applicati perché semplicemente non ce ne sono. Investiremo sulla formazione degli operatori - forze dell'ordine, magistrati, avvocati, medici, assistenti sociali, docenti e personale sanitario - e sulla cooperazione tra le diverse figure professionali per trovare le soluzioni più adeguate al singolo caso concreto e gli interventi più efficaci per proteggere gli eventuali minori coinvolti. Ci impegneremo in apposite campagne di sensibilizzazione e informazione per far conoscere alle donne gli strumenti di assistenza ai quali possono rivolgersi - spiega ancora Meloni -: dai centri antiviolenza e dalle case rifugio al numero verde 1522. Così come intendiamo rafforzare il Piano anti-tratta per un'azione più incisiva a difesa e protezione delle vittime".