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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'ossessione

"La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente", gli appunti choc dell'ex prima di uccidere Alessandra Matteuzzi

È il retroscena a cui sono arrivati gli investigatori dopo aver sequestrato e setacciato il telefono cellulare di Giovanni Padovani

Lo aveva meditato da tempo. Non è mai stato un istinto irrefrenabile dell'ultimo minuto per lui, che aveva atteso per oltre due ore il ritorno a casa della sua ex, per essere sicuro di incontrarla e ammazzarla, come poi ha fatto. Uccidere era diventata quasi un'ossessione per Giovanni Padovani, il killer di Alessandra Matteuzzi, la 57enne uccisa lo scorso agosto alla periferia di Bologna a martellate in testa. Tanto da prendere appunti sul telefono, su cui scriveva: "La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente".

Matteuzzi meditava da tempo il femminicidio

È il retroscena a cui sono arrivati gli investigatori dopo aver sequestrato e setacciato il telefono cellulare di Padovani. Quella frase choc, l'ex calciatore se l'era appuntata sul cellulare il 2 luglio 2022, cioè un mese e mezzo prima del delitto. La 56enne è stata poi assalita a martellate sotto casa a Bologna la sera del 23 agosto. Padovani, 27 anni, è stato arrestato per omicidio aggravato dallo stalking e si trova in carcere. Nelle note del telefono, analizzato dal consulente tecnico della Procura Angelo Musella, l'indagato accusava anche la ex di averlo tradito e diceva che sarebbe finito in "galera".

Uccisa a martellate dall'ex, il procuratore: "Non emergeva il rischio di violenza"

Dunque Padovani, originario di Senigallia (provincia di Ancona) e che militava nella Sancataldese Calcio, squadra siciliana di serie D, non solo aveva da tempo deciso di ammazzare la sua ex fidanzata ma era anche consapevole che sarebbe finito in carcere. Eppure niente avrebbe fermato il suo più macabro proposito. Neppure l'idea di rovinare la propria di vita oltre a quella della donna che diceva di amare. L'unica cosa che contava per lui era di cancellare per sempre Alessandra che, nella sua mente, lo aveva "ucciso moralmente".

Non è un caso che la sera del delitto, dopo il dedesso della 57enne, era intervenuto un ragazzo, figlio di un vicino di casa, al quale Padovani non aveva opposto la minima resistenza, dicendo: "Non ce l'ho con voi, ce l'ho con lei. Non vedo l'ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto". Dunque Padovani da tempo aveva in mente di uccidere Alessandra Matteuzzi. Il suo lascito prima di essere arrestato e, appunto, "finire tutto".

Il fatto e la ricostruzione della pubblica accusa

Erano le 21,30 del 23 agosto scorso quando Alessandra Matteuzzi stava rincasando ma, ad attenderla, ha trovato proprio Padovani. Secondo la ricostruzione degli investigatori, lui l'ha aspettata lì per oltre due ore. Lei gli avrebbe urlato di andare via ma lui l'ha assalita trascinandola sotto al portico del palazzo. A quel punto la 57enne è stata colpita a morte. Le volanti chiamate sul posto da alcuni inquilini hanno trovato la vittima riversa a terra e ferita alla testa in stato di incoscienza. Trasportata in ospedale, è morta per il grave trauma cranico, come poi avrebbe confermato l’autopsia sul corpo della donna.

Il femminicidio nel bolognese aveva anche provocato delle polemiche sull’incapacità dello Stato di difendere le donne vittime di violenza perché Matteuzzi aveva già denunciato il giovane, tant'è che, nei confronti di Padovani, era stato disposto un divieto di avvicinamento. L'ex calciatore era stato accusato di stalking ed erano stati segnalati atteggiamenti molesti, con continue telefonate, i messaggi e gli appostamenti. In Procura era già stato aperto un fascicolo.

Chi conosceva Alessandra sapeva che aveva paura. Lo sapeva la sorella, che spesso era al telefono con lei quando rincasava: era un modo per farle compagnia e non farla sentire sola. Lo sapevano i vicini. "Ultimamente aveva paura di lui, perché era diventato molto insistente e non voleva farlo entrare in casa" aveva raccontato una residente della stessa palazzina.

Lo ha confermato anche la sorella, che era al telefono con Alessandra fino a pochi secondi prima dell’ultimo respiro della 57enne. Tanto da sentire le sue ultime parole: "No Giovanni, no, ti prego, aiuto". Proprio la sorella aveva detto che si conoscevano da poco più di un anno però, dal gennaio 2022 aveva cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei. Insomma che quell'uomo avesse manifestato atteggiamenti violenti era stato comprovato e denunciato. Ma non è bastato a salvare la vita di Alessandra Matteuzzi. Oggi la polizia ha trovato anche quel messaggio salvato sul telefono, a riprova del fatto che quell’ossessione arrivava da lontano. Per quello Alessandra aveva paura e aveva già provato ad allontanare quell’uomo dalla sua vita.

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