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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Ferrovie dello Stato

"I passeggeri di Ferrovie dello Stato non hanno diritti"

L'Unione europea deferisce l'Italia alla Corte di giustizia: mai recepita la normativa comunitaria - del 2009 - in materia di diritti dei passeggeri. I viaggiatori non hanno modi per far valere le proprie ragioni

ROMA - Ieri l'indagine sugli aiuti di Stato alle aziende controllate. Oggi il deferimento alla Corte di giustizia. L'Unione europea non molla ma raddoppia e bissa le bacchettate all'Italia e a Ferrovie dello Stato. 

In piena bagarre "affaire stipendio" - con Moretti che ancora non ha ritirato la minaccia di dire addio - e in periodi di casse magre - l'ad vorrebbe tre miliardi di euro per i nuovi treni regionali - un'altra tegola si abbatte sul gruppo Fs. 

La Commissione Ue ha infatti annunciato di aver deferito l'Italia alla Corte di giustizia per non aver recepito la normativa comunitaria in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario. La normativa, che stabilisce diversi obblighi vincolanti per gli Stati membri, doveva essere pienamente applicata dal tre dicembre 2009.

"L'Italia - ha spiegato Bruxelles con un comunicato - non ha ancora istituito un organismo ufficiale e autorizzato a vigilare sulla corretta applicazione del regolamento sul suo territorio, né ha stabilito norme volte a sanzionare le violazioni della legislazione pertinente. Senza queste due azioni necessarie, i passeggeri che viaggiano in treno in Italia o verso altri paesi dell'Ue non possono far rispettare i loro diritti in caso di problemi".

Nella nota, Bruxelles ha ricordato che a differenza di molti altri Stati membri, l'Italia non ha concesso deroghe all'applicazione del regolamento. Quindi i diritti dei passeggeri si applicano integralmente a tutti i servizi, nazionali e internazionali. Questo rende anche più importante per chi incontra problemi durante il viaggio poter presentare reclami a una autorità di riferimento, dotata di tutte le competenze necessarie, che al momento in Italia non c'è.

Inoltre, secondo l'Ue, l'assenza di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive in caso di violazioni del regolamento fa sì che l'industria ferroviaria non ha incentivi a rispettare gli obblighi. Attualmente, denuncia l'Ue, l'Italia ha istituito un organo temporaneo non ha né la competenza né l'autorità per applicare pienamente le norme sui diritti dei passeggeri.

"La protezione dei passeggeri che viaggiano in Europa è una delle pietre miliari della politica Ue dei trasporti", ha fatto notare il vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile del settore. "Tutti gli Stati devono garantire la messa in atto di strutture cui i passeggeri possano rivolgersi per far rispettare i loro diritti. Così si garantisce anche un clima di concorrenza equa per il settore".

La Commissione ha poi ricordato - ed evidentemente ce n'è bisogno - i diritti e gli obblighi che Ferrovie dello Stato avrebbe dovuto "sposare". Il diritto di avere informazioni prima della partenza e nelle varie fasi del viaggio, il diritto al rimborso del prezzo del biglietto in caso di soppressione o ritardi prolungati, il diritto a un servizio di trasporto alternativo o a una nuova prenotazione, in caso di ritardi prolungati o soppressione del servizio, il diritto a un livello minimo di assistenza nelle stazioni e a bordo dei treni in attesa dell'inizio o del proseguimento di un servizio in ritardo, il diritto a un rimborso in caso di ritardo prolungato o di soppressione del servizio, a determinate condizioni, il diritto di disporre di un sistema rapido e accessibile di trattamento dei reclami.

Tutti diritti che, ad oggi, per i passeggeri italiani è difficile far valere. 

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